L’ultima stracittadina sarà ricordata anche per l’esultanza di De Rossi dalla tribuna al rigore trasformato da Dzeko. Con una Sud semivuota per la nota protesta sulla divisione del settore, per una volta è bastato lui a gridare il cognome del bosniaco dopo il gol. Quello di domenica sarà un altro derby strano, anche per lui. Il domani di De Rossi, nonostante l’accordo sino al 2017, non è certo come poteva essere un paio di anni fa. Nei prossimi mesi diventerà padre per la terza volta e questo potrebbe incidere non poco sul futuro prossimo. Se a Roma o altrove, sarà Daniele a deciderlo. Anche perché tra Mls (Los Angeles Galaxy) e Boca Juniors le sirene non mancano, scrive Stefano Carina su "Il Messaggero".
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DDR, il derby dei misteri
Daniele riparte da quel minuto scarso giocato contro l'Inter consapevole che una Trigoria priva di 14 nazionali può giocare a suo favore
Domenica saranno due mesi esatti dall’ultima gara giocata dal primo minuto (Sassuolo-Roma, 2 febbraio). De Rossi ha come obiettivo di tornare titolare. A 32 anni, sarà il suo derby numero 26. Tra campionato e coppa Italia ne ha vinti 11, pareggiati 6 e persi 8. Daniele riparte da quel minuto scarso giocato contro l'Inter consapevole che una Trigoria priva di 14 nazionali può giocare a suo favore. Perché il modus operandi di Lucio non cambia: gioca chi si allena. E poco importa se a lasciargli spazio sarà Keita, Pjanic o Nainggolan. Rinunciare a De Rossi è sempre difficile.
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