rassegna stampa

Dalle stalle alle stelle sotto il segno di Rudi

(Il Messaggero – M.Ferretti) Federico Balzaretti, tornato in Nazionale dopo circa un anno, è l’emblema della bontà del lavoro di Rudi Garcia. Perché se la Roma non andasse così bene, Balzaretti oggi sarebbe a Trigoria e non a...

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(Il Messaggero - M.Ferretti) Federico Balzaretti, tornato in Nazionale dopo circa un anno, è l’emblema della bontà del lavoro di Rudi Garcia. Perché se la Roma non andasse così bene, Balzaretti oggi sarebbe a Trigoria e non a Coverciano. Resta da stabilire solo una cosa, però: la Roma va così bene (anche) perché l’ex esterno del Palermo è tutta un’altra roba rispetto alla passata stagione oppure Balzaretti sta solo sfruttando l’onda positiva della sua squadra? Un po’ l’una e anche un po’ l’altra, come sempre accade in questi casi. Di certo, Federico sta dando un contributo importante alla causa giallorossa e, di conseguenza, ne trae benefici personali. Come la maglia azzurra. Un discorso più o meno simile, poi, può esser fatto per Maicon: sparito dalla circolazione e dalla Seleçao ai tempi del Manchester City, al brasiliano sono bastate un paio di partite con la Roma per recuperare credibilità e un posto in nazionale. E, anche in questo caso, Garcia non può non aver giocato un ruolo determinante.

L’ALTRO PJANIC - Nella lista dei rigenerati dalla cura francese c’è anche il nome di Miralem Pjanic, che aveva terminato la passata stagione da oggetto sempre più misterioso (e in panchina nella finale di Coppa Italia contro la Lazio) mentre adesso è una pedina fondamentale dello scacchiere di Rudi. È evidente che alla base della rinascita di Pjanic (e di Balzaretti e Maicon) c’è anche una notevole componente psicologica: la fiducia che Rudi gli ha dato (dopo essersi opposto fermamente al suo trasferimento), abbinata ad una condizione atletica ottimale, ha contribuito a rimettere in moto un meccanismo che si era inceppato. Un po’ quanto accaduto a Daniele De Rossi, passato dalle stalle alle stelle a colpi di partite impeccabili. Lui, a differenza di Balzaretti, la nazionale non l’aveva mai persa, ma per un anno non si è fatto altro che dire che DDR giocava bene solo in maglia azzurra. In realtà, Daniele non giocava bene con la Roma per un insieme di situazioni, tattiche e psicologiche, di cui lui non era l’unico responsabile. Sembrano storie di mille anni fa, ma in realtà appartengono ancora alla cronaca.