rassegna stampa

Dalla curva piovono fischi per il tecnico Lucio si difende: dovevo mettere ordine

L’Olimpico tra Spalletti e Totti si è schierato dalla parte del Capitano. Perché all’annuncio delle formazioni e del tecnico, come evidenzia Il Messaggero, dai Distinti Sud lato Montemario e da quello che rimane della Curva Sud, al nome...

Redazione

L'Olimpico tra Spalletti e Totti si è schierato dalla parte del Capitano. Perché all’annuncio delle formazioni e del tecnico, come evidenzia Il Messaggero, dai Distinti Sud lato Montemario e da quello che rimane della Curva Sud, al nome del tecnico si è levata una bordata di fischi.  Poi, al primo coro, “C’è solo un capitano”, si è ascoltato qualche fischio.

A fine serata Spalletti ha provato a rimettere insieme i cocci di una giornata lunghissima «C'è stato grande dispiacere da parte mia di prendere la decisione di escluderlo ma poi ci sono le regole, il lavoro e i segnali che dobbiamo dare alla squadra. Quando sabato ero convinto di farlo giocare lui, forse per il nervosismo, e quando è nervoso il missile gli parte e un po' di cose me le ha dette (ride, ndc)... Mi dispiace, non voglio rompere i cogl... a nessuno perché sono contento solamente quando la Roma vince».

Inconsapevolmente, quando parla di Totti calciatore, Spalletti utilizza spesso e volentieri il passato prossimo. All’ennesima domanda sul capitano, dà la sua versione su quanto accaduto ieri: «È successo che in base a ciò che era venuto fuori dalle sue dichiarazioni... Il giorno prima avevo chiesto a tutti di mettere alle spalle la Champions, per via del possibile contraccolpo psicologico. E quindi avevo chiesto concentrazione e un aiuto, da padre di famiglia. Dopo aver chiesto questo, viene fuori questa cosa che depista l’interesse della squadra. Io devo avere a che fare con tanti calciatori, non uno solo. Dovevo mettere ordine per quella reazione a caldo, non potevo fare altrimenti. Sono d’accordo che Francesco meriti rispetto per il campione che è, ma il rispetto lo devo dare a tutti gli altri, non a uno soltanto. E poi il rispetto cosa vuol dire? Regalargli una maglia? Io gliel’ho detto: se vuoi giocare devi sapere che non ti regalo niente. Comunque domani (oggi, ndc) si allena con la squadra. Mi aspetto delle scuse? Non me ne frega nulla. A me interessa soltanto il rispetto nel gruppo. Decisione punitiva? Chiamatela come volete. Non posso accettare che uno dica certe cose prima di una partita e dopo un filotto di vittorie. Fosse accaduto quando le cose non andavano bene sarebbe stato forse condivisibile, è il più forte giocatore del dopoguerra e della Roma. Ma ora non ci sono motivi. Io devo guardare ordine ed equilibrio».