Ventotto maggio 2017: i romanisti se la ricordano questa data. Come riporta Il Messaggero, è la data dello "Speravo de morì prima", quello striscione apparso all'Olimpico nel giorno in cui Francesco Totti si tolse per sempre la fascia da capitano stringendola al braccio di Mattia Almaviva, classe 2006, che in quel pomeriggio funesto per i cuori giallorossi aveva 11 anni ed era il capitano più giovane dentro la Roma. Adesso quel ragazzino è cresciuto e nel frattempo ha vinto due scudetti: quello con l'Under 16 l'anno scorso, e quello freschissimo con l'Under 17 (25 presenze e 11 gol in stagione) nella finale di Ancona contro l'Inter. Un predestinato, con la benedizione Urbi et Orbi del capitano davanti ad uno stadio pieno non solo di persone ma anche di lacrime colme di nostalgia. Le qualità per sfondare ci sono, non si possono nascondere. E chissà, magari quel gesto allora simbolico può essere un segno del destino: il 10 del futuro dentro casa. Poca pressione.
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Il Messaggero
Dalla “benedizione” di Totti agli scudetti: il piccolo Mattia sta diventando grande
Aveva 11 anni quando Francesco gli regalò la fascia nel giorno dell'addio al calcio. Almaviva ha vinto con l'Under 16 e 17
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