C’è la Roma esperta della vittoria nel derby (29 settembre). E quella giovane di oggi. Sia chiaro, la squadra rimane una. Ma guardando l’età media e lo spirito propositivo, sono completamente diverse tra loro, scrive Ugo Trani su Il Messaggero.
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Da Under a Kluivert, il futuro è dorato
Puntare sui ragazzi è un merito rivenderli subito sarebbe un errore. La Roma sta ritrovando i giovani: talento e follia per scalare la classifica
A unirle, solo il sistema di gioco che è lo stesso: la virata dal 4-3-3 al 4-2-3-1 è precedente (di 4 giorni) alla sfida contro la Lazio. Di Francesco non lo ha più abbandonato dal 6° turno di campionato, gara all’Olimpico contro il Frosinone (26 settembre): percorso decente in campionato e ottimo in Champions con 7 successi (3 consecutivi per l’en plein in coppa), 2 pareggi e il ko interno contro la Spal.
I senatori non hanno abdicato. Restano, dunque, di riferimento. Ma infortuni e intuizioni hanno forzato i tempi. Età media contro la Lazio: 29,45 anni. Contro la Sampdoria: 25,72. In campo sempre 4 nuovi: Olsen, Santon, Nzonzi e Pastore nel derby; il portiere, il campione del mondo, Cristante e Kluivert domenica scorsa.
"Bisogna avere pazienza con i giovani". Lo ha ripetuto spesso Di Francesco per replicare alle critiche di chi lo considera integralista, adesso non più... nel sistema di gioco, anche al momento di scegliere. C’è chi fatica a capire che, nel gioco delle coppie del ds, gli esterni (2 per lato) da piazzare a sinistra e di piede destro dovevano essere El Shaarawy (miglior realizzatore giallorosso in campionato: 5 reti) e Kluivert (a segno solo in Champions 1 gol) e quelli per l’altra corsia e di piede mancino Under e quello atteso invano dall’addio di Salah (Suso, Malcom o Berardi che è bocciato su piazza solo perché indicato dall’allenatore).
Di Francesco, a destra, ha insistito su Under fino a quando non ha messo la lingua di fuori. Ha usato la formula con il doppio terzino, Santon basso e Florenzi alto, solo nel derby e in Champios a Mosca. Adesso ha promosso Kluivert che sa giocare su entrambi i lati sa adattarsi a destra, anche per non finire in panchina, ma preferisce l’altro lato. Il tridente ha rivisto segnare Schick (1° gol) che soffre all’ombra di Dzeko. Ma è il centrocampo, al momento senza play per lo stop di De Rossi, a fare ultimamente la differenza: Pellegrini comanda da trequartista e si abbassa con lucidità, se serve, pure accanto a Nzonzi; Cristante cresce da interditore e davanti sa da sempre come comportarsi. Zaniolo (19 anni) ha invece battuto allo sprint il coetaneo Kluivert. Si è imposto, per la personalità, già al Franchi contro la Fiorentina. Loro devono tirare la volata a Coric che studia da regista e a Luca Pellegrini debuttante che si è infortunato sul più bello. Niente prova tv (bestemmia), intanto, per Kolarov.
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