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IL MESSAGGERO

Da Allegri e Mourinho a Sarri: in panchina più costruttori che allenatori

Getty Images

Lo Special One manda un messaggio ai Friedkin quando dice che gli manca qualcosa e che "spero arrivi l'anno prossimo"

Redazione

La parola più citata dell’estate è "costruire", a volte preceduta dal prefisso "ri", associato a eredità particolarmente complicate. Mourinho vuole "costruire un futuro vincente, mattone dopo mattone" e Sarri annuncia una "stagione di costruzione per essere più competitivi nelle prossime annate", e anche Inzaghi ha messo subito le mani avanti (povero, gli hanno sfilato da sotto il naso Hakimi e Lukaku e non ha potuto fare una piega), invitando l’Inter a chiarire l’obiettivo stagionale: un posto in Champions, non certo lo scudetto, scrive Alessandro Catapano sul Messaggero.

E insomma, hanno giocato un po’ tutti a tenere coperte le carte. Poi, in questo contesto c’è chi ci si muove a meraviglia, e chi, invece, ci soffre e non riesce a nasconderlo. Mourinho si conferma il re degli opportunisti, definiamolo così: quando dice "mi manca ancora qualcosa, spero possa arrivare l’estate prossima", è chiaro che in quel momento stanno fischiando le orecchie ai Friedkin perché lui quel "qualcosa", cioè il regista, lo vuole subito, altro che storie. Sarri, invece, non è tipo da giochetti, il mercato lo annoia mortalmente, quasi quanto le conferenze stampa, il suo habitat naturale è il campo, con geometrie ormai esistenziali, e lì, solo lì, qualunque sia il materiale umano che Lotito gli metta a disposizione, ha una certezza: "Io mi sto divertendo".