rassegna stampa

Curve ridotte, il gelo di Roma e Lazio

Secondo le prime stime che filtrano da Palazzo Valentini, con l’installazione della barriera centrale che spaccherà in due ciascun settore e con la riduzione di posti richiesta dal prefetto, i seggiolini dovrebbero scendere a circa 7mila per curva

Redazione

Chi deve pagare i lavori dimessa in sicurezza dell’Olimpico chiesti dal prefetto Gabrielli? «Chiedetelo al Coni e alla Roma», risponde Claudio Lotito, raggiunto al telefono a 24 ore dall’annuncio del piano contro la violenza sugli stadi messo a punto da Palazzo Valentini. Una serie di misure che prevedono la divisione di ciascuna curva in due mini-settori (con un taglio di circa 3mila posti sui 17mila attuali) più l’innalzamento delle barriere nei Distinti e altre transenne da montare nelle aree di filtraggio e pre-filtraggio. Lavori che, secondo il Coni, proprietario dello stadio, dovrebbero essere pagati da Roma e Lazio. Dall’entourage del presidente biancoceleste spiegano che «questa è una questione che va chiarita. E di punti da chiarire ce ne sono tanti». Non è un caso allora che il piano di Gabrielli non abbia raccolto dichiarazioni di sostegno da nessuna delle due società capitoline. Dalla Roma, che pure si dice pronta a rispettare le misure chieste dalla Prefettura, specificano che tutti i dettagli «vanno ancora definiti, ne discuteremo nei prossimi tavoli tecnici».

A preoccupare è soprattutto la riduzione dei posti in Nord e Sud. Oggi la curva romanista conta 8.537, la curva laziale 8.576. Secondo le prime stime che filtrano da Palazzo Valentini, con l’installazione della barriera centrale che spaccherà in due ciascun settore e con la riduzione di posti richiesta dal prefetto, i seggiolini dovrebbero scendere a circa 7mila per curva. E qui potrebbe nascere un problema. Spiegano dalla Roma: il rischio è che in questo modo vengano cancellati «posti che noi abbiamo già venduto con la campagna abbonamenti». Ecco perché questo è un aspetto che va studiato nei dettagli, anche se da Trigoria viene assicurata la «massima collaborazione» con il prefetto.

Il tempo però è poco. Su un punto Gabrielli è stato molto chiaro: ai rappresentanti di Roma e Lazio convocati due giorni fa al Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, il prefetto ha detto che per la stagione 2015/2016 l’Olimpico potrà aprire soltanto se le nuove prescrizioni saranno rispettate in pieno: oltre alla riduzione nei posti in curva, andranno anche innalzate le barriere che dividono l’area dei Distinti dai settori di Nord e Sud, per evitare che i tifosi riescano a scavalcare. Bisogna installare nuove transenne anche nelle zone di filtraggio e pre-filtraggio intorno al Foro Italico per creare dei veri e propri «corridoi» per i tifosi e rendere ancora più capillari i controlli dei biglietti. Tutto entro il 23 agosto, quando è in programma il primo match della nuova Serie A.

Il nodo vero è quello dei costi: il Coni già ieri ha fatto capire che non è intenzionato a pagare interventi «che riguardano esclusivamente le partite di Roma e Lazio ». Il ragionamento del Comitato olimpico è chiaro: lo stadio è perfettamente a norma, le nuove barriere riguardano solo gli eventi della Serie A, non i concerti né gli altri appuntamenti sportivi del rugby e della Nazionale. «La legge Pisanu del 2005 - sottolineano dal Comitato - dice chiaramente che a pagare devono essere gli usufrenti». Tradotto: Roma e Lazio. La reazione di Lotito però non è stata proprio entusiasta: «Non faccio dichiarazioni mediatiche. Chi paga? Chiedetelo al Coni e alla Roma».