rassegna stampa

Alla conquista dell’Europa passando per l’Africa

Gervinho e Doumbia, i gemelli diversi della Costa d’Avorio, in campo europeo non hanno (ancora) vinto niente, ma questo non significa che non possano cominciare a farlo con la Roma.

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Alla conquista dell’Europa passando per l’Africa. Possibile? Inevitabile, a dire il vero. Scivolata dalla Champions all’ex Coppa Uefa, la Roma si (ri)trova con un figlio in più del continente nero, l’ivoriano Seydou Doumbia che, mollata Mosca, s’è unito nella capitale al fratello Gervinho e al maliano Seydou Keita. Non era mai capitato che la Roma fosse una squadra così africana: in passato sono transitati per Trigoria egiziani (Mido), camerunensi (Wome), congolesi (Nonda), ghanesi (Kuffour e Barusso), marocchini (Kharja e Benatia), nigeriani (Ajide e Wahab) e guineani (Ednilson) più un altro ivoriano, Lassisi, e pure un secondo maliano, Diamoutene. Mai, però, tre africani nella stessa stagione: hai visto mai che proprio loro siano le armi in più di Garcia? Prendiamo Keita: per lui l’Europa non ha segreti, visto che con la maglia del Barcellona ha vinto due volte la Champions League e altrettante la Supercoppa europea, oltre all’Intertoto con il Lens nel 2005. Ha al suo attivo 101 presenze in campo continentale: tutto sa e tutto conosce, con cinque presenze su sei nella Champions che la Roma è stata costretta ad abbandonare dopo la sconfitta dell’Olimpico contro il Manchester City. Complicato pensare, per tutta questa serie di motivi, che Rudi non punti su di lui per fare strada in Europa League.

I GEMELLI DIVERSI -  Gervinho e Doumbia, i gemelli diversi della Costa d’Avorio, in campo europeo non hanno (ancora) vinto niente, ma questo non significa che non possano cominciare a farlo con la Roma. Il primo, si sa, per Garcia è un intoccabile; il secondo, si sa anche questo, ha cominciato malissimo la sua avventura in giallorosso, ma non per colpe esclusivamente sue. Di certo, gran parte della fortune future della squadra giallorossa dipenderanno dai loro piedi. Gervais con tre reti è stato il miglior cannoniere della Roma in Champions; Seydou non gli è stato da meno con la casacca del Cska. Buona media, nonostante tutto. E Rudi darebbe l’anima, siatene certi, per veder confermato questo trend stasera contro il Feyenoord. «Non ho capito i fischi a Seydou», ha urlato ieri Florenzi: Doumbia contro il Parma ha steccato, ma alle sue spalle non c’erano né Totti né Pjanic. Ecco perché sarebbe interessante vederlo in azione con quei due a supporto. E Rudi lo sa più di tutti. Se non sarà stasera, sarà la prossima volta. La Roma, ormai è chiaro, vuole arrivare a Varsavia, sede della finale del 27 maggio, anche passando da Abidjan.