rassegna stampa

Ciro, mea culpa degli ultrà romanisti

La Curva Sud, come spiegano gli ultrà in un comunicato, non ha retto al ricambio generazionale.

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«La Curva Sud non ha retto al ricambio generazionale. Abbiamo continuato a sopravvivere adagiandosi sulle gesta di ragazzi che negli anni 70 e parte dei 90 hanno reso la Su una delle curve più ammirate, odiate e rispettate d’Italia». Gli ultrà romanisti, o almeno una parte, chiedono scusa. Lo fanno a modo loro con un documento di tre pagine a firma «Gli Ultras della Roma», pubblicato sul sito laroma24.it e attribuito alla Curva Sud. «La morte di Ciro Esposito è per noi una tragedia abnorme - scrivono nella lettera - che però, per come è avvenuta, esula dal mondo ultras. È una vicenda disgraziata e dolorosa che ha distrutto la vita di due famiglie, portando alla morte assurda di un giovane e alla quasi sicura amputazione della gamba di un altro (Daniele De Santis, ultrà romanista accusato di aver sparato). Si sono oltrepassate, di molto, le regole di ingaggio tipico dello scontro tra tifoserie».

CALMA ALL’OLIMPICO - E così, nella serata in cui è tornato il campionato con l’anticipo contro la Fiorentina all’Olimpico, i tifosi affermano di voler «fissare un punto zero e ricominciare. È arrivato il momento di ammettere le proprie responsabilità - continua il documento - ed impegnarsi verso un nuovo corso». Tutti gli avvenimenti che sono succeduti alla morte di Ciro Esposito impongono, secondo la Curva, una «riflessione approfondita». Gli ultrà giallorossi sostengono che alcuni di loro, oltre ad aver partecipato al funerale del giovane tifoso del Napoli ferito a morte prima della finale di Coppa Italia a Roma, il 2 maggio scorso, si sarebbero avvicinati alla famiglia per testimoniare il proprio cordoglio. Ammettono poi di aver sbagliato «modi e tempi» sullo striscione di solidarietà a De Santis.

L’AUTOCRITICA - «Se il governo vara leggi liberticide per nascondere il fallimento della tessera del tifoso, è soprattutto colpa di tutto il mondo ultras», dice la nota. La Curva, quindi, come spiegano gli ultrà, non ha retto al ricambio generazionale. «Questo rilassamento ha portato ad un non controllo dei ragazzi più giovani che si sono avvicinati alla curva - aggiunge la lettera - Abbiamo permesso che improvvisati capitani di ventura si ergessero a leader, dettando comportamenti difformi da quello che è stato (e dovrà tornare ad essere) il nostro stile». Dure critiche anche nei confronti della stampa che avrebbe in alcune occasioni «alzato i toni», fomentando lo scontro e strumentalizzando episodi di violenza. Condanna anche alle «puncicate», le coltellate «a ignari sessantenni ed a studenti fuori sede, tanto per capirci, non sono assolutamente gesti ultras». Azioni «da vigliacchi, che noi abbiamo la colpa di non aver arginato».

LA DENUNCIA - «Vanno arrestati» coloro che, nei pressi dello stadio Olimpico di Roma, ieri hanno fatto una scritta inneggiante («santo subito») all’ultrà romanista accusato di essere l’autore dell’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito. A chiederlo è il senatore calabrese di Ncd Antonio Gentile, presidente del club Napoli dei parlamentari. «Chiedo al ministro Alfano di intervenire. Alfano deve sbattere in galera i delinquenti che vorrebbero un assassino “santo subito”».