rassegna stampa

Chievo, Pepe: “Sono rinato dopo il gol a Szczesny”

L'ex juventino parla del rilancio della sua carriera coinciso proprio con la partita d'andata contro la Roma

Redazione

Simone Pepe è cresciuto nella Roma e, proprio all'andata con i giallorossi, è rinato con la punizione siglata nei minuti finali. Domenica la sua strada si incrocerà di nuovo con quella della Roma. «Veniamo per fare risultato. Servirà un’impresa, ma ci proveremo. Il tecnico toscano ha cambiato totalmente il mondo Roma».

Una Roma che continua ad essere guidata da Totti. «Sono cresciuto nella Roma con il mito di Francesco, ho fatto due ritiri con lui. Mi sorprende chi si stupisce ancora delle sue qualità. La sua media gol di quest'ultimo periodo è come lui: straordinaria. Ho avuto la fortuna di 'vivere' Francesco e di giocare con Del Piero. Parliamo di campioni di classe innata».

Si, perché con queste prestazioni Totti si sta avvicinando al rinnovo.

«E' molto bello. Visto che il calcio italiano è un po' calato, un giocatore come lui fa solo bene a questo sport».

Come sta?

«Il tutto è ripartito con il gol a Szczesny contro la Roma. Quasi un segno del destino anche se i tifosi giallorossi avranno pensato “Guarda questo che non gioca da due anni c’ha segnato” . Venivo da due anni e mezzo difficili, ma ho superato quell’infortunio pensando che mi era successo a 29 anni, che avevo comunque una famiglia e una posizione. Come si dice a Roma piangevo con un occhio solo. Non ho mai pensato di smettere, volevo solo una squadra per continuare il lavoro più bello del mondo. Qui mi trovo molto bene: ho parlato con la società, rinnoverò molto probabilmente per altre due stagioni».

Nella sua carriera ha interpretato tanti ruoli, un po' come Florenzi.

«E' un leader, il degno erede di Totti e De Rossi visto che sta iniziando ad indossare la fascia da capitano. La duttilità è sempre un vantaggio? Se la sai sfruttare bene come Alessandro, sì. Ha fatto molto bene anche con Garcia, ma nessuno nasce istruito. Ho avuto tecnici che mi hanno aiutato tanto ad interpretare sempre diversi ruoli».

Cosa manca alla Roma per ridurre il gap dai bianconeri?

«Il club giallorosso ha sempre avuto una rosa da vertice. E' un discorso di mentalità che non si può spiegare, è qualcosa che si trasmette, una componente della società. Vincere diventa la normalità. Avere poi sette-otto giocatori italiani in rosa aiuta: solo noi possiamo spiegare ai calciatori stranieri come si vivono alcune cose».

(Eleonora Trotta)