rassegna stampa

Chape nel nome di Francesco

Il club distrutto dalla tragedia aerea è arrivato a Roma per l’amichevole dell’Olimpico. Ieri la visita al Papa: "Che emozione". Domani c’è Totti, "Un idolo mondiale"

Redazione

Alan Ruschel, uno dei tre giocatori sopravvissuti al disastro aereo della Chapecoense, dopo aver incontrato Papa Francesco in Piazza San Pietro ammette: "È un giorno benedetto". Pochi giocatori del club brasiliano conoscevano Roma prima di questo viaggio, come scrive Alfredo Spalla su Il Messaggero. Ma come nasce questo legame fra Chapecò e Roma? João Carlos Maringá, direttore tecnico della formazione brasiliana, prova a spiegarcelo a margine di un allenamento: "Esistono due figure centrali in questa fratellanza: Falcao e Aldair". Il primo sarebbe "un padrino spirituale", mentre il secondo è stato fra gli ideatori del test amichevole.

A metà dell’allenamento, appare anche Jackson Follmann, il portiere sopravvissuto all’incidente del 28 novembre avvenuto sul massiccio del Cerro Gordo, a pochi chilometri da Medellin. Follman, avendo subito l’amputazione di una gamba, ha lasciato il calcio giocato per divenire ambasciatore della Chapecoense. Gli chiediamo di Totti e del Papa. In entrambi i casi si apre in un sorriso sincero: "Il minimo che possiamo fare è essere qui per ringraziare gli italiani e i romanisti. Totti è un idolo del calcio mondiale. Il gruppo è molto ansioso per questo match, ma comunque vada sarà una grande esperienza per la Chape. Al Papa ho chiesto di benedire il mio rosario, è stato molto emozionante. Purtroppo siamo riusciti a incontrarlo per via di una tragedia che ci ha procurato molta sofferenza".