rassegna stampa

Cengiz, il piccolo turco che non parla ma si fa capire

Di Francesco crede a 'Gengo' e al Bentegodi gli ha concesso il terzo match di fila da titolare

Redazione

Finalmente il turchetto. Under ha usato il sinistro nel modo giusto e ha fatto centro. Monchi ci punta, scrive Ugo Trani su Il Messaggero, e non solo perché ha speso 13,4 milioni (con i bonus possono diventare 15). E, non a parole, anche Di Francesco. Che lo chiama affettuosamente Gengio. E che gli ha concesso, al Bentegodi, il 3° match di fila da titolare: a Marassi e all’Olimpico contro la Sampdoria, prima di quest’ultimo contro il Verona.

Adesso è davanti a Schick che, tra l’altro, si è nuovamente fermato, a Defrel, chiamato a Trigoria per fare il vice Dzeko, e anche a Perotti che, almeno ultimamente, si gioca il posto con El Shaarawy. Si trova a suo agio sia nel 4-3-3 che nel 4-2-3-1. E, all’occorrenza, sa recitare pure da trequartista.

"Sognavo da tanto tempo questa prima rete italiana. E tutta la settimana ho lavorato duro con i compagni per sbloccarmi. Sono proprio felice di essere stato ripagato per il mio impegno quotidiano. E di aver fatto ritrovare il successo alla Roma. Di essere stato desivo contro il Verona" ha detto Cengiz a fine gara.

Under (13° marcatore stagionale) basta per i 3 punti, ma non per cambiare il trend giallorosso: la Roma, dal 1° dicembre scorso (3 a 1 all’Olimpico contro la Spal), non riesce a segnare più di 1 gol, in 9 gare di campionato solo 6 i gol segnati. Media, in questi 65 giorni, di 1 rete ogni 142,5 minuti. Peggio di così solo 24 anni fa (stagione 1993-1994), con Mazzone in panchina. Il mal di gol durò dal 19 dicembre fino al 20 marzo, con ben 13 partite in cui i giallorossi non furono capaci di realizzare più di 1 rete.