(Il Messaggero - U.Trani)???Ho vissuto questa sfida da calciatore e da tecnico, sempre con la Roma. Grande la differenza. Quando giocavo, pensavamo solo agli sfott?. Quando allenavo in ballo c?era invece lo scudetto. Proprio il derby che piaceva a me. Per il titolo?. Due esperienze in giallorosso, a mezzo secolo di distanza. Fabio Capello, 66 anni e oggi ct della Russia, arriv? giovanissimo (21 anni) nella capitale. Era il ?67. Rimase poco, ma lasci? il segno e anche il rimpianto di una cessione alla Juve che nessuno ancora sopporta. Si ripresent? adulto (53 anni) e vinse alla seconda stagione delle cinque passate a Trigoria il terzo scudetto della storia romanista. Pure in quel caso salut? per tornare a vestire bianconero e c?? ancora chi non gli perdona il secondo sgarbo. Ai suoi 12 derby in panchina all?Olimpico, 7 vinti, 4 pareggiati e 1 perso tiene tantissimo. Perch? questi sono un?altra cosa. E? stato a Milano, a Madrid e Torino. Passione e scudetto anche l?. Mai come qui. Nostalgia sua e di sfide vere.
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Capello: ?I miei derby scudetto?
(Il Messaggero – U.Trani)???Ho vissuto questa sfida da calciatore e da tecnico, sempre con la Roma. Grande la differenza.
Perch? questo ? unico?
?E? l?ambiente che diffonde qualcosa di diverso. Non puoi non ascoltare in giro quanto sia grande l?attesa della gente. Le radio, le tv, i tifosi, i giornali, i mercati e le voci di tutti. E? la citt? che spinge i protagonisti in campo. In anticipo, gi? ad inizio stagione?.
Capello il freddo. Si fa il suo nome per indicare l?allenatore ideale da avere in panchina contro la Lazio. Come mai?
?Sanno che cosa facevo in settimana. La gara ? molto particolare e si sa. La tensione si respira dappertutto. Se ne metti troppa addosso, ti presenti alla partita gi? morto. Finito e sfinito?.
Quindi?
?Ero attento a non far sprecare energie ai giocatori per non perderlo prima di iniziare?.
E? vero che cambi? mentalit? alla Roma?
?Guidavo una squadra da vertice. Il derby per me non doveva contare per la supremazia cittadina ma per per il campionato. Fu cos? in quei cinque anni. Anche la Lazio era fortissima?.
Vinse il primo 4 a 1. Ricorda?
?Benissimo. Una grande soddisfazione perch? loro erano gi? grandi e noi eravamo appena partiti. In quella stagione il titolo fu loro, la successiva tocc? a noi. Ero contento perch? il derby, da quando ero in panchina, valeva davvero un?annata. Da giocatore era una cosa solo per noi?.
Che cosa vuol dire?
?Si doveva vincere per evitare le prese in giro. Una volta perdevamo uno a zero e tirai il rigore del pari a tre minuti dalla fine. Ero emozionato pi? che impaurito. Ma pensavo solo agli sfott? che avrei subito per strada se lo avessi sbagliato?.
Guardava all?aspetto psicologico per scegliere i giocatori?
?Puntavo sui migliori. So che i romani come Totti e De Rossi lo sentivano tanto, ma anche gli altri subivano la pressione della piazza. Lo preparavo tatticamente. E sdrammatizzavo?.
Come?
?Con battute, anche sui rivali. Attento che c?? Nedved, se ti prende Veron. E lavorando in campo, per non farli pensare troppo. Giocavamo. Seriamente, per?. Il derby pu? essere divertente solo dopo. Prima, invece, bisogna sudare e studiare. Io volevo sorprendere gli avversari?.
Come quella volta che escluse Batistuta e Montella la ripag? con quattro gol?
?Proprio con le azioni provate in settimana. Per colpirli in mezzo alla difesa. Fin? con quel cucchiaio di Totti a Peruzzi. Bello, no??.
Brutto il suo secondo: l?unica sconfitta divent? decisiva per lo scudetto della Lazio. Non lo avrebbe mai voluto perdere.
?Ci sta di cadere, eravamo andati pure in vantaggio. Che dispiacere. Ma quella Lazio era una squadra davvero competitiva. Scudetti pesanti i nostri. Contro la Juve, l?Inter e il Milan?.
Si gust? il derby successivo: segn? Negro, ma per voi. Rimane il migliore?
?Certo. Per i tifosi. Loro lo sognavano cos?. Su autorete. E fu scudetto?.
E ora Petkovic-Andreazzoli.
?Non li conosco, ma il laziale sta facendo cose ottime e il romanista ? equilibrato e intelligente come si ? visto dai risultati ottenuti fino a Palermo. Tocca a loro?.
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