Meglio tardi che mai, si dice così. E’ il motto di chi si accontenta o di chi spera. Rudi Garcia ricomincia a sorridere, perché si è accontentato e ora spera: sono arrivati Gervinho e Doumbia, tardi, ma appunto meglio tardi che mai. Gervais e Seydou, il vecchio e il nuovo, la garanzia e la speranza. La Roma ritrova il suo attacco, pronto da qui in avanti a una rotazione: a parte Ibarbo (più Iturbe) e Totti che sta recuperando (ma non è detto che con il Parma giochi), Garcia potrà gestire le sue punte. Gervinho, arrivato e subito impegnato nelle visite di idoneità (non si è allenato, lo farà oggi), tornerà a dare quel senso di imprevedibilità al gioco offensivo, Doumbia è invece il centravanti che la Roma non aveva, perché Destro - secondo il tecnico - non possedeva le caratteristiche che Rudi cerca in una punta centrale. Nel frattempo è cresciuto (meglio precisare: sta crescendo) Verde e Ljajic ha preso possesso di se stesso e delle sue enormi qualità tecniche ed è diventato un quasi indispensabile. Totti potrà riprendere fiato e Florenzi sarà utile, come sempre, ovunque: saranno tanti e importanti gli impegni da qui a fine stagione, servono tutti, specie gli attaccanti, vista l’aridità dell’ultimo periodo. La Roma non ha smesso di sognare lo scudetto e forse questo è l’ultimo attacco.
rassegna stampa
Attacco allo scudetto
La Roma non ha smesso di sognare il tricolore e forse questo è l’ultimo assalto alla Juve.
IL BOMBER - Magari con il Parma, Seydou, assaggerà il campo solo nella ripresa, negli ultimi minuti, ma di sicuro troverà spazio tra i titolare molto presto. Perché la Roma ha bisogno di un attaccante come lui, uno da 209 gare e 141 reti fin qui, coppe comprese. Doumbia ha chiuso la sua esperienza in Russia con 20 presenze e 10 goal, prima di volare in Africa per la coppa. Arriva in Italia a ventisette anni, maturo ma senza esperienza nel grande calcio. Ha girovagato per il mondo ma sempre protagonsta di un calcio figlio di un Dio minore: Giappone, Svizzera, Russia. Tanti soldi, poco appeal. Ma i gol contavano eccome. E’ il suo biglietto da visita contro la diffidenza generale. Lo chiamavano il nuovo Drogba, ma per caratteristiche tecniche è forse più vicino a Moussa Saw, attaccante dello scudetto vinto con il Lille da Garcia, insieme con Gervinho. Doumbia è arrivato a Roma ed è felice: si confronterà con un campionato più “riconoscibile”. Uno con il suo passato non ha paura di niente. Il ragazzo che a dodici anni vendeva fazzoletti ai semafori per portare a casa qualche soldo alla famiglia orfana del papà, è diventato grande. Garcia spera che Seydou possa portare quei gol scudetto che servono, e che la Roma sappia metabolizzare un centravanti vero, cosa che fin ora non era successa. «Sono contento di essere qui, dal punto di vista fisico sto bene», assicura Seydou dai canali ufficiali della Roma. Prenderà il numero 88. Perché? «Ci ho riflettuto un po’ sul numero: la maglia numero 8 è la prima che ho indossato nel CSKA Mosca, nella stagione in cui mi sono laureato capocannoniere. Ovviamente l’8 non era disponibile e così ho optato per l’88»
L’INDISPENSABILE - Mentre Doumbya lavorava in palestra, Gervinho si sottoponeva alle visite mediche. Anche lui conferma di essere in buone condizioni fisiche, con il Parma forse Garcia lo utilizzerà dall’inizio insieme con Ljajic e Verde. Gervinho è mancato molto, la Roma senza di lui ha vinto solo due partite su otto (comprese le due in coppa Italia, una vinta ai supplementari). Con un attacco al completo la Roma riprende forza e energia e ricomincerà a tirare in porta. Il bomber è arrivato, lo spacca difese pure. Si attende il verdetto del campo. Garcia ci mette la mano sul fuoco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA