Il progetto di costruire lo stadio della Roma a tutti i costi, anche arrivando a versare tangenti o facendo pressioni sui politici di turno, è più che sufficiente a costituire il "programma criminale" dell'associazione a delinquere che, secondo la procura di Roma, era guidata dall'imprenditore Luca Parnasi. Come riporta "Il Messaggero", la corte di Cassazione ha depositato ieri la sentenza con cui respinge l'appello degli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini che a nome dell'imprenditore (ora ai domiciliari) avevano chiesto al Palazzaccio di annullare l'ordinanza di custodiacautelare. Sia contestando l'esistenza dell'associazione a delinquere, sia chiedendone la scarcerazione. La discussione, lo scorso 11 luglio, era andata avanti fino a tarda sera con la decisione di tenere l'imprenditore dentro (a scarcerarlo è stato il gip dopo il secondo interrogatorio davanti ai pm). Ora, le motivazioni del collegio guidato da Giorgio Fidelbo depositate ieri, spiegano perché i supremi giudici considerano solido l'impianto accusatorio impostato da piazzale Clodio.
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Associazione a delinquere: per Parnasi accuse confermate
La corte di Cassazione ha depositato ieri la sentenza con cui respinge l'appello degli avvocati di annullare l'ordinanza di custodia cautelare
(S. Menafra)
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