Centoquarantatre bombe carta ben conservate in sacchetti di plastica ritrovate nell’ex sede dell’Istituto Poligrafico dello Stato occupato (a più riprese) da antagonisti di destra e sgomberato nove giorni fa. Un vero e proprio supermercato (pericolosissimo) dove rifornirsi a seconda dell’occorrenza: scontri fuori lo stadio, manifestazioni. È il malloppo scovato dalla Digos durante una perquisizione dello stabile in Lungotevere dell’Acqua Acetosa, a due passi dall’Olimpico.
rassegna stampa
Arsenale degli ultrà nel covo dei neri
Secondo la questura, tra i promotori dell’occupazione, iniziata il 15 novembre e interrotta due giorni dopo dalle forze dell’ordine, ci sarebbero ultrà di Roma e Lazio.
Secondo la questura, tra i promotori dell’occupazione, iniziata il 15 novembre e interrotta due giorni dopo dalle forze dell’ordine, ci sarebbero ultrà di Roma e Lazio. I militanti avevano ribattezzato lo spazio occupato «CampoZero», dandone notizia con comunicati dettagliati alla stampa. Un tempo l’edificio ospitava il dopolavoro della Zecca di Stato, ed era già stato «preso» più volte da gruppi di estrema destra negli anni passati. Nel 2013 era stato persino trasformato in un locale alla moda (con tanto di consolle e Dj) anche se inizialmente sulla carta sarebbe dovuto diventare uno spazio pubblico creativo. In realtà l’occupazione venne rivendicata e gestita da persone vicine agli ambienti della destra radicale. Fu sgomberato nel luglio (dello stesso anno), con tanto di lucchetti e catene piazzate all’ingresso, proprio perché abusivo.
L’ISPEZIONE - Gli esplosivi - al vaglio degli artificieri - sono stati ritrovati durante un’ispezione approfondita dei locali effettuata nei giorni successivi allo sgombero, gli investigatori della Digos hanno rinvenuto e sequestrato tutti gli artifizi ben nascosti sotto un palco alto poco più di quaranta centimetri. Dietro una serie di oggetti sono stati individuati tre grossi sacchi neri dove era nascosto l’arsenale.
PRONTI A ENTRARE IN AZIONE - Secondo gli investigatori si tratterebbe di un deposito di munizioni degli ultrà per avere a disposizione gli esplosivi in caso di «necessità». I militanti legati a quell’occupazione - secondo la Digos - sarebbero «cani sciolti delle curve», sia laziali che romanisti. Gli investigatori non scartano l’ipotesi che gli estremisti avessero in mente «qualche piano» per ingaggiare una guerriglia con le tifoserie antagoniste che saranno ospiti all’Olimpico nelle prossime settimane. Non vi sarebbero invece indagati, visto che il ritrovamento è avvenuto a due giorni di distanza dallo sgombero e quindi non è stato possibile associare gli esplosivi a chi materialmente occupava lo stabile.
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