(Il Messaggero - U.Trani) Ma per le palle gol costruite nei due tempi merita ampiamente i tre punti.
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Arriva la Roma
(Il Messaggero – U.Trani) Ma per le palle gol costruite nei due tempi merita ampiamente i tre punti.
Luis Enrique, proprio come a Palermo, sceglie gli interpreti che gli garantiscono maggiore equilibrio. In difesa torna Taddei, non ancora al top, per Rosi, in attacco Osvaldo prende il posto dell’indisponibile Totti, anche se da trequartista arretra Lamela, con l’italoargentino accanto a Borini. Senza Totti e Pjanic, assetto logico, con la conferma di Greco a centrocampo e Marquinho inizialmente in panchina.
L’impostazione funziona e il primo tempo è buono. Non ottimo, ma solo perché la Roma arriva all’intervallo in vantaggio di un gol, quando ne avrebbe dovuti (e potuti) segnare altri. Tante le occasioni sprecate davanti a Frey che evita ai compagni un passivo più pesante. La partenza è lanciata, sempre come in Sicilia dieci giorni fa. Il compito dei giallorossi, nel monday night, dovrebbe essere più semplice. Lancio di Greco, in area, per Osvaldo, appostato a sinistra. Stop e dribbling a rientrare, Rossi che rimane sul posto. Destro preciso sul palo scoperto: 1 a 0 al terzo.
L’attaccante torna al gol, l’ottavo in campionato, dopo tre mesi, l’ultimo il 21 dicembre a Bologna. Il Genoa, con il suo 4-3-1-2, non può certo aspettare, come spesso fanno le avversarie della Roma e non solo nelle gare all’Olimpico. Palacio, saltando Taddei, ha subito sul destro la palla del pari. Kjaer, però, sporca il tiro in angolo.
Sino alla mezz’ora, però, sono solo chance giallorosse: Greco da fuori con Frey che si distende e devia sul fondo, Kjaer spara alto dopo tocco di Heinze e soprattutto Osvaldo che entra in area in solitudine e appoggia a lato (...) Palacio interrompe l’assalto: da sinistra mette al centro per Belluschi che, approfittando di una dormita di Josè Angel, riesce a toccare in porta. Conclusione centrale, bloccata da Stekelenburg. Frey è bravo anche sul destro da fuori di De Rossi.
La Roma è squadra per un tempo. Con il possesso palla e il ritmo abbastanza alto. Lamela, dietro le punte, non è però efficace. Dopo un’ora Luis Enrique lo fa uscire, inserendo Bojan che va a fare proprio il trequartista. Marino, invece, inizia la ripresa con Jankovic al posto di Rossi, con Mesto che arretra da terzino destro. Lamela prima di lasciare il campo, calcia di sinistro ma Frey non si fa sorprendere. Bojan si presenta bene, su lancio di de Rossi, anche se la conclusione è troppo larga. I giallorossi non sono più quelli della prima parte, lasciano spesso il controllo della gara agli ospiti.
L’assetto si spacca in due, gli attaccanti rientrano poco. A centrocampo, con De Rossi ormai terzo centrale difensivo, è più brillante il Genoa che adesso osa di più: dentro Jorquera per Belluschi. Veloso ci prova da fuori: Stekelenburg in angolo. Palacio colpisce la traversa su pennellata di Jorquera. Kjaer ed Heinze, anche se con qualche sciatteria, fanno muro. Meno male che Gilardino non emerge. Tocca a Marquinho per Greco. Il brasiliano va al tiro di sinistro: sempre Frey, ancora in angolo. Borini sembra stanco.
(...) Nel finale Simplicio per Gago. Il brasiliano aiuta i compagni sfiniti, la Roma per la seconda gara di fila non prende gol. Luis Enrique si tiene stretto l’equilibrio trovato dopo il derby del 4 marzo scorso: potrebbe essere decisivo per giocare la Champions l’anno prossimo.
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