Alisson e il gemello diverso

La vita, quando vuole, sa essere alquanto curiosa. Prendete ad esempio, scrive Stefano Carina su Il Messaggero, i casi di Alisson e Szczesny: per una stagione, quella passata, il brasiliano era la riserva di lusso del polacco. Che, andato via tra mille rimpianti iniziali, ora a Torino è diventato per Buffon quello che Alisson è stato per lui.

Il rapporto tra i due è migliorato soltanto quando è stato chiaro che il polacco sarebbe andato via.

Così bravi, così diversi. Caratterialmente e tecnicamente. Guascone il polacco, riservato Alisson che si è rivelato insuperabile tra i pali e migliorato con i piedi, peculiarità che fece preferire a Spalletti Szczesny. Proprio contro la Juventus nella gara d'andata, c'è stata l'unica sconfitta esterna in campionato di Di Francesco che porta la firma di Szczesny, capace di ipnotizzare Schick in pieno recupero per poi ammettere: "Io sono stato bravo ma è lui che ha sbagliato". Alisson invece non parla molto. Preferisce i fatti. E i numeri. Ce ne sono due in particolare che riassumono la sua annata. Il primo è il 21. Tanti sono stati i cleen sheet stagionali: 16 in campionato e 5 in Champions. Il secondo è l'80. Questa è la valutazione della Roma del suo cartellino. Che probabilmente, davanti ad una trattativa reale può abbassarsi (non sotto i 60), ma che la dice lunga su cosa rappresenti il portiere per il club.

Monchi è pronto a offrirgli l'adeguamento contrattuale, raddoppiando lo stipendio attuale (portandolo quindi sui 3/3,5 milioni) e allungando la durata dell'intesa sino al 2023, consapevole però che ci sono società che possono tranquillamente raddoppiare l'offerta giallorossa. Real Madrid in primis. Alisson viene nella lista stilata dai Blancos dietro De Gea. Pallotta e Monchi garantiscono la sua permanenza in giallorosso. Inevitabile però non farsi trovare impreparati. E in quest'ottica va letto il sondaggio del ds con il Genoa per Perin.