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Addio De Rossi, la psicoterapeuta Vinciguerra: “E’ come una separazione non voluta in famiglia”

LaPresse

Il presidente dell’Associazione europea disturbo da attacchi di panico: "Dopo Totti un altro simbolo va via. Ma con una diversa emozione collettiva"

Redazione

Due anni dopo, un altro bagno di lacrime all’Olimpico. Un altro simbolo va via dalla “famiglia”. Ma con una diversa emozione collettiva». Paola Vinciguerra, psicoterapeuta romana e presidente dell’Associazione europea disturbo da attacchi di panico, per domenica prossima, prevede "un rituale di dolore profondo", in un' intervista a cura di Carla Massi su Il Messaggero.

Lei parla di “famiglia” e di abbandono, perché? "Che cosa altro sono questi saluti allo stadio? La grande “famiglia” si riunisce per separarsi dal suo “parente” amato. Una separazione non aspettata e, soprattutto, non accettata. Per Totti è stata una festa, pur commovente. Ora no".

L’addio non voluto dal giocatore viene vissuto dalla tifoseria come un tradimento? "Certo, si è obbligati a separarsi da un idolo che faceva parte di un tuo credo, di un sogno. Un insulto alla fedeltà".

Lei disegna proprio un senso collettivo di smarrimento... "Certo. Perché nulla lasciava presagire una decisione di questo tipo. Perché anche Daniele, parlando, ha lasciato trapelare rigore e amarezza".

Per questo parla di dolore profondo? "È uno strappo a tutti gli effetti. E’ lo smembramento di un simbolo che rappresentava un’epoca. Un’appartenenza che, per molti, va oltre il tifo per una bandiera".

Quindi, domenica? "Si dovrà tener conto di questi stati d’animo, amplificati dalla vicinanza e dal luogo. La tristezza nei sessantamila può svelarsi anche con l’aggressività".