rassegna stampa

Zeman, altra botta a Vialli

(Corriere dello Sport – R.Maida) La cartuccia da mitragliatrice esce fuori quando il fuoco delle domande sembra esaurito. Zdenek Zeman spara il colpo a tempo scaduto, a gambe accavallate e microfoni spenti,

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida)La cartuccia da mitragliatrice esce fuori quando il fuoco delle domande sembra esaurito. Zdenek Zeman spara il colpo a tempo scaduto, a gambe accavallate e microfoni spenti, davanti a una platea numerosa. Trigoria, 15 settembre 2012. Segniamoci questo luogo e questa data, perché non saranno ricordati per la conferenza stampa di presentazione di Roma-Bologna, ma per un altro affondo dialettico di un uomo incontenibile.

LA REPLICA - Stavolta il bersaglio non è Abete ma Gianluca Vialli, che nei giorni scorsi lo aveva definito «un paraculo che fa le battaglie secondo quello che gli fa comodo» . A Zeman non ha dato fastidio l’aggettivo, perché «si può querelare o farsi scivolare addosso certe dichiarazioni» , ma il concetto utilitaristico: «C’è un errore. Sono stato dieci anni fuori dal calcio che conta, non mi pare di avere avuto vantaggi nel dire certe cose. Pensavo che Vialli avesse smesso di prendere farmaci...» . Prego? Sì, ha detto proprio così, testuale. Il riferimento, naturalmente, è alla vecchia polemica sul doping innescata da Zeman e diventata un processo contro la Juventus. Aspettiamoci adesso un’altra battuta di Vialli, in un duello che non sembra voler più scendere di tono.

QUA LA MANO - E pensare che nella stessa chiacchierata con i giornalisti, Zeman aveva mostrato un volto più dolce e morbido del solito. «Ad Abete devo chiedere scusa per quelle tre parole - spiega a proposito dell’appellativo “nemico del calcio” - Le parole non le pensavo così come sono uscite nell’intervista, me le rimangio. Ma ho già spiegato cosa intendevo dire. Per me la federazione avrebbe potuto approfittare di certi scandali per migliorare. Nulla di personale contro Abete» . E nessuna telefonata ricevuta da Via Allegri, in vista di un eventuale deferimento: «Non credo di dover essere deferito, perché se leggete l’intervista non c’era nessun intento polemico da parte mia. Avevo anche detto che a cena con Abete sarei andato... Comunque non ho parlato con nessuno, fuori. All’interno di Trigoria sì, di certe cose abbiamo parlato» . Ma assicura (infastidito) di non essere stato rimproverato dai dirigenti per il suo stile: «Nessuno mi ha comunicato niente. La società giustamente vuole tutelare il nome dell’As Roma e io mi impegno nella stessa direzione» . In questo caso però Baldini e Sabatini non hanno gradito. Avrebbero evitato nuove polemiche, anche per non creare tensioni intorno agli arbitri: «Forse sono certi titoli a danneggiare la Roma, non le mie dichiarazioni. Se voi date un quattro in pagella a un giocatore, siete autorizzati anche a darlo all’arbitro. E allora? Ci sta. Sbaglio io, sbagliano gli arbitri. Nel lavoro che facciamo siamo quasi costretti a commettere errori. Non vedo nulla di strano nel sottolinearlo. Anzi, certe osservazioni possono aiutare il movimento calcio a crescere» .

FILOSOFIA - In questo senso, Zeman indica un modello da seguire: «Il calcio tedesco. Anche loro hanno avuto molti scandali negli Anni Novanta ma adesso li hanno superati e sono un esempio per tutti» . Lui non smetterà mai di esprimere il suo pensiero in libertà: «Io mi sono sempre sentito libero. E se a volte uso il silenziatore nelle mie frasi è per la vecchiaia.... Nessuno mi ha mai imposto niente» . Per questo continua ad allenare con la passione dei primi giorni: «Faccio questo lavoro da trent’anni e sono sempre stato felice nel farlo, soprattutto in campo. Poi è chiaro, si può sempre migliorare: sia io che i dirigenti» . Amici e nemici.