(Corriere dello Sport - S.Di Segni)- La paura dell’Olimpico è un sentimento anomalo, il tabù un comportamento strano. La Roma ha conquistato quattro punti nelle ultime sei partite casalinghe a cavallo tra la fine dell’era Luis Enrique e l’inizio della nuova gestione Zeman: se si scorre l’almanacco non c’è traccia di una striscia simile, il record negativo fino a mercoledì sera restava confinato al 1991, quando la Roma di Ottavio Bianchi e quella di Vujadin Boskov mise insieme sei punti, applicando la regola dei tre punti a vittoria in vigore dal 1994-95.
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Tabù Olimpico: mai così male dal 1991 con Bianchi-Boskov
(Corriere dello Sport – S.Di Segni) – La paura dell’Olimpico è un sentimento anomalo, il tabù un comportamento strano.
Trovare un numero confortante è un esercizio complicato e perfino l’inizio della prima stagione americana è un ricordo più piacevole a confronto: i ruolini dell’asturiano e del boemo coincidono, a conclusione del quinto turno di serie A, non fosse che quattro giorni fa i giallorossi si sono visti assegnare un successo a tavolino, dopo il papocchio di Cagliari. Insomma, l’1-3 rifilato all’Inter a San Siro è un risultato isolato, gli interrogativi soffocano le certezze, i motivi per sorridere scarseggiano: dodici mesi fa la squadra di Luis Enrique si portava dietro due successi conquistati sul campo, a Parma (0-1, Osvaldo) e in casa con l’Atalanta (3-1, Bojan, Osvaldo, Denis e Simplicio), alla stessa ora del campionato il pubblico dell’Olimpico sembrava rinfrancato, salvo andare incontro ad una stagione deludente.
Cinque giornate forse non sono abbastanza per fare pronostici senza timore di smentita, ma il parziale è eloquente. E anche con i gol non c’è motivo di rallegrarsi: quattro ne subì la Roma di Luis Enrique, sette quella di Zeman; sei ne misero a segno i giallorossi nello stesso scorcio di campionato, il bottino attuale è di otto reti, salvo registrarne undici in virtù dello 0-3 assegnato dal Giudice Sportivo a Cagliari. Sul calcio in orizzontale e su quello in verticale si potrà fare filosofia all’infinito: i numeri sono un’altra cosa. [...]
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