Roma, occhio troppi alibi con il Cagliari

Il peso maggiore sulla Roma è il fatto che, nonostante un inizio di campionato strepitoso, la Juve è lì a un punto. Ma non solo. Come evidenzia oggi il Corriere dello Sport gli uomini di Garcia sono condannati a stupire e devono affrontare un tarlo psicologico che di certo non avevano messo in preventivo. Sono usciti dal cerchio illuminato dei riflettori, sotto il quale adesso si trovano consulenti finanziari, funzionari di banca e ricconi cinesi.

E’ uno dei principali crucci di Rudi Garcia, insieme con tutti gli altri, con le condizioni di De Rossi estratto a forza per i capelli da un infortunio stupido e fastidioso, con il timore di un campo al quale il rugby porta sfortuna - Pjanic e Lamela andarono al tappeto proprio giocando dopo gli azzurri ovali -, con la mancanza di alternative sulle fasce innescata dagli infortuni a Torosodis e Balzaretti. Vede il mondo distratto guardare a Oriente, e inevitabilmente alcuni dei giocatori con lui.

«La questione delle trattative con i cinesi o con chiunque altro riguarda la società. La squadra deve restare concentrata sulla prossima partita. Neppure voglio che si pensi allo scontro diretto con la Juventus. A quello mancano ancora cinque giornate. Ora c’è il Cagliari» ha voluto ricordare ieri Garcia in conferenza stampa .

Il ritorno di Gervinho rende felice Garcia, privato nelle ultime partite della lenza con la quale riusciva facilmente ad arrivare nello specchio d’acqua dove si pescano i gol. Ma non risolve del tutto il problema dell’attacco, che resta privo di Totti e quindi del principale ispiratore e fornitore di passaggi in profondità di Gervinho medesimo.

I giocatori della Roma hanno buone ragioni per stare con la testa fuori da questa partita. Tuttavia sono molte di più le ottime ragioni per entrarci in fretta.