rassegna stampa

De Rossi ritorna al centro di tutto

Scalda il cuore vederlo ridere. Era un po’ che non ci riusciva con tutta questa frequenza. Rideva a casa, non in giro per il mondo. Daniele De Rossi, il figlio prodigo. Più degli allenatori, più di chi lo ha fischiato, è stato bizzarramente

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Scalda il cuore vederlo ridere. Era un po’ che non ci riusciva con tutta questa frequenza. Rideva a casa, non in giro per il mondo. Daniele De Rossi, il figlio prodigo. Più degli allenatori, più di chi lo ha fischiato, è stato bizzarramente Jim Pallotta ad andare vicino alla probabile verità, così come riporta il Corriere dello Sport: in Nazionale divide le responsabilità con altri, ha concluso il presidente della società, qui con noi avverte la condanna del leader e si ritrova prigioniero della paura. Diciamo quel che si vede: che De Rossi ha ripreso possesso della squadra e dei suoi sentimenti nei confronti di questa; che in allenamento il giocatore non smette mai di correre e che il suo modo di appoggiare e lanciare il pallone è tornato quello delle scorse stagioni, accompagnato da una disinvoltura di spostamento pressoché inedita. L’allenatore Garcia, che s’inquieta all’idea di perderlo per qualsiasi motivo, lo guarda giocare le partite da qualche gradino di tribuna di altezza, a fianco dell’assistente Bompard. Pjanic molto ben sistemato a raccordare attacco e difesa, Strootman a rovesciare e indirizzare l’azione, al limite Bradley che è sempre nel punto in cui il manuale del mediano lo conduce. Ora De Rossi ha il tempo di scegliere e lo spazio per far passare il pallone dove ritiene opportuno. E’ quello che accompagna nei negozi i colleghi del centrocampo come se dovesse mantenere stretti gli spazi del reparto dovunque si cammini. E’ quello che la squadra non vorrebbe perdere. Neppure Garcia. Che infatti lo sta gestendo con calma, come un mecenate gestisce un fragile artista o un artista amareggiato.