(Corriere dello port - A.Ramazzotti)Scolari, segue il calcio italiano?
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Brasile, Scolari: “Totti e Pirlo li convocherei nella Seleçao”
(Corriere dello port – A.Ramazzotti) Scolari, segue il calcio italiano? «Vedo le partite di tutti i campionati europei che trasmettono in tv, soprattutto quelle del vostro perché ci sono molti brasiliani
«Vedo le partite di tutti i campionati europei che trasmettono in tv, soprattutto quelle del vostro perché ci sono molti brasiliani e voglio osservare le loro prestazioni, capire come giocano e se sono in forma. Guardando la Serie A si possono però apprendere anche le novità tattiche proposte dalle vostre squadre».
Qual è la sua favorita per la vittoria dello scudetto?
«In questo momento non si può dire che ci sia una sola favorita. La Roma sta facendo grandi cose ed è prima, ma la Juventus e il Napoli hanno le stesse chances di vincere».
L’incredibile partenza della formazione di Garcia l’ha sorpresa?
«Senza dubbio. Ho visto molte delle partite dei giallorossi e mi sono piaciuti. Mi ha impressionato il sistema tattico usato dall'allenatore per mettere in campo la squadra e il comportamento dei giocatori. Hanno fatto cose incredibili, ma da adesso in poi la Roma inizierà ad incontrare le vere difficoltà perchè, se fino a poche settimane fa era una piccola sorpresa, ora non lo sarà più. Tutto il mondo aspetterà i giallorossi e saprà come affrontarli».
Dopo oltre due anni ha chiamato di nuovo nella Seleçao Robinho. Cosa l’ha spinta a prendere questa decisione?
«Robinho ha un centinaio di convocazioni in nazionale (compresa l’Under 23, ndr), ha partecipato a due Mondiali, con la maglia del Brasile ha segnato in tutto 28 gol e in questo momento nel Milan sta giocando in modo continuo, ricoprendo un nuovo ruolo che Allegri gli ha dato. E’ in forma e la sua qualità, la sua tecnica e la sua allegria possono esserci utili. Era arrivato il momento di convocarlo e osservarlo da vicino per capire se può essere importante per il Mondiale».
Hernanes invece nella Lazio sta incontrando parecchie difficoltà. E’ preoccupato dal suo rendimento?
«Hernanes ha uno stile di gioco importante per il Brasile, specie in certe situazioni. E’ vero che alcune volte in Italia non viene utilizzato, ma per noi, lo ripeto, può essere determinante. Se giocherà nella Lazio, sarà utile anche per noi».
Nel Milan intanto è rinato Kakà.
«Sono felice della scelta di Kakà di indossare di nuovo la maglia di un club che gli offre la possibilità di tornare al 100 per cento. E’ la situazione giusta per lui: sto guardando tutte le partite dei rossoneri e di Kakà perché c’è la possibilità che in futuro possa convocarlo. Ancora non ho preso una decisione in tal senso, ma è positivo per Ricardo giocare in una grande società come il Milan. Può tornare al top».
Le porte della Seleçao, dunque, rimangono aperte anche per lui in vista del Mondiale?
«Adesso gioca, cosa che al Real Madrid non faceva, e può migliorare. Di certo ha un’opportunità per il futuro».
La stessa scelta di Kakà l’ha fatta Maicon che ha lasciato il City per la Roma.
«A Manchester prima ha avuto un paio di infortuni e poi ha fronteggiato situazioni che non gli permettevano di scendere in campo con continuità. La sua decisione di andare alla Roma è stata ottima: lì può dimostrare le sue qualità e ha più possibilità di essere convocato dal Brasile».
Prima dell’infortunio, una mano a Maicon l’ha data anche Totti. Le sarebbe piaciuto che il capitano giallorosso fosse nato in Brasile per convocare anche lui?
«A me Totti piace molto. Gioca bene, ha una qualità insuperabile e una grande identificazione con la Roma. Il suo amore per questa squadra è incredibile e noi brasiliani diamo una notevole importanza a certi legami. Se fosse brasiliano avrebbe grandi possibilità di essere convocato, ma ha la fortuna di poter far parte di una nazionale fantastica e spettacolare. Chi gioca nell'Italia potrebbe giocare anche nel Brasile. Lo dico con certezza perché anche la vostra è una squadra forte».
I risultati e il calcio degli azzurri negli ultimi anni l’hanno impressionata?
«L’Italia è organizzata ed esprime un gioco molto produttivo, redditizio e capace di mettere in difficoltà le avversarie grazie alla qualità dei suoi interpreti. E’ una delle principali candidate a vincere il titolo in Brasile».
Quanto merito ha Prandelli in questa trasformazione?
«A me Prandelli piace, sia come allenatore sia come persona. Siamo legati da una bella amicizia fuori del campo e ogni tanto ci sentiamo. Come tecnico dell’Italia ha fatto un eccezionale lavoro di rinnovamento dal punto di vista tattico e dello spirito. Per questo nutro ammirazione nei suoi confronti».
Adesso il centrocampo azzurro per qualità e idea di gioco è simile al vostro?
«Il centrocampo dell’Italia gioca molto bene la palla e ha elementi capaci di sviluppare, con passaggi lunghi o corti, un calcio spettacolare. Pirlo sa “carezzare” il pallone come un artista, ma anche gli altri sono bravi. Il risultato è un calcio bailado che tanti provano a mettere in pratica, ma che l’Italia fa proprio bene».
Pirlo è il giocatore italiano più... brasiliano?
«In tutto il mondo ci sono calciatori che sono una spanna sopra gli altri. Pirlo è uno di quelli che “segnano” un’epoca per la sua qualità, per come tratta la palla e per la sua abilità nel trovare sempre sul campo la posizione giusta. Giocherebbe in qualsiasi squadra e in qualsiasi campionato: in Italia, in Brasile, in Germania e in Inghilterra tutti vorrebbero Pirlo e lui farebbe la differenza ovunque».
A giugno avete affrontato Balotelli alla Confederations Cup. Cosa pensa di Supermario?
«E’ un giocatore molto buono, forte fisicamente e tecnicamente. E’ dotato di ottima qualità e vicino alla porta è capace di grandi giocate. Per l’Italia è indispensabile e contro di noi la scorsa estate ha fatto molto bene».
Fuori dal campo però gestire Balotelli non è facile.
«Prandelli sa come fare. Balotelli è un giocatore di personalità e Cesare sa quando c’è bisogno di dargli un appoggio e quando invece deve comportarsi in un altro modo».
Lei non ha Balotelli, ma si può godere Neymar.
«In questo momento è in Europa e sta prendendo parte a un campionato più competitivo rispetto a quello brasiliano e alla Champions League. Nonostante il livello di difficoltà sia aumentato, sta continuando a giocare come in Brasile ovvero sta facendo gol, sta dribblando e sta mostrando la stessa personalità. Credo che a breve lotterà con Messi e Cristiano Ronaldo per essere uno dei migliori al mondo».
Oltre a Prandelli quali altri allenatori italiani le piacciono?
«Conosco bene Fabio Capello, un mio grande amico. E’ un tecnico fantastico e la qualificazione ai Mondiali con la Russia è stata un’impresa. Ho una bella amicizia anche con Massimiliano Allegri che da anni sta facendo un buon lavoro al Milan».
La panchina di Allegri però adesso non è molto salda.
«I rossoneri stanno attraversando un momento difficile, ma credo che con le sue capacità e il suo lavoro Allegri riuscirà a migliorare la situazione. Il Milan tornerà dove merita di stare».
Tutti dicono che il Brasile è favorito per la vittoria del Mondiale. D’accordo?
«Come tecnico della Seleçao non posso che puntare a vincere e lo stesso devono fare i nostri giocatori: non c’è un modo diverso di pensare perché tutta la nostra nazione ci chiede questo. L’unica strada per riuscirci, però, è giocare rispettando gli avversari. Avremo il vantaggio del fattore campo, ma anche tante pressioni: non abbiamo un’alternativa alla vittoria perché il secondo o il terzo posto qui non sono considerate opzioni soddisfacenti».
Quali sono le favorite di Scolari?
«Molte possibilità di vincere le hanno anche Italia, Spagna, Germania e Argentina».
E le sue possibili sorprese?
«Dico Colombia e Belgio perché entrambe giocano molto bene».
Le piacerebbe un giorno lavorare in Italia?
«Sì, forse un giorno allenerò in Italia. Adesso dobbiamo giocare il Mondiale, poi in estate terminerà il mio contratto e vedremo. Certo l'Italia è una meta appetita per ogni allenatore di qualsiasi nazionalità: tutti vorrebbero lavorare da voi».
In passato è stato mai vicino a venire nel nostro Paese?
«Sono stato in Italia nel 2002 per parlare con i dirigenti della Federazione. C’era la possibilità che diventassi l’allenatore della vostra nazionale, ma poi andai in Portogallo».
Si dice che nel 2012 anche il Milan l’abbia cercata.
«No, con il Milan non c'erano le condizioni per definire l’accordo».
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