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Destro: «Ho scelto Roma per fare più gol»

(Tuttosport – S.Carina) E stato luomo-mercato, ambito dalle big del nostro calcio, Juventus compresa.

Redazione

(Tuttosport - S.Carina) E stato luomo-mercato, ambito dalle big del nostro calcio, Juventus compresa. Alla fine Mattia Destro ha scelto la Roma. Linizio di stagione non è stato però dei migliori. Ancora a secco in campionato, lattaccante giallorosso promette di tagliarsi la barba se stasera riuscirà a segnare a Buffon.

Ha mai segnato alla Juve?«No, ma ci sarà una prima volta. Almeno spero».

Meglio un gol alla Juventus o all'Inter? «AllInter. Rivalsa? No, semplicemente sono cresciuto lì e giocare contro la tua ex squadra è uno stimolo in più».

Ha rivisto quelli sbagliati contro la Sampdoria? «Purtroppo sì. Sul lancio di Balzaretti potevo calciarla al volo e invece ho preferito stopparla. Nellaltro ho provato lo scavetto??. In entrambi i casi ho sbagliato io».

Tropo bassi i voti dei quotidiani? «Ho preso una sfilza di 5. Anche 4,5? Ci sta, quando gioco male sono il primo a rendermene conto. Un attaccante della Roma quando ha loccasione buona deve segnare».

Le manca il gol? «Tanto. Per una punta è tutto. Se non segni, inizi a pensarci, ti fissi, poi continui a riflettere sugli errori. Insomma non se ne esce».

Ci spiega il look con la barba? «Lho tenuta lo scorso anno e oltre ad aver portato bene, mi piace».

Sarebbe disposto a tagliarla in caso di gol alla Juve? «Mi sta proponendo un fioretto? Ok, proviamole tutte. Ci sto. Se segno a Buffon me la taglio. Promesso».

Come mai ha così tanti cerotti sulle gambe? «E più una forma di scaramanzia che altro. Contro la Sampdoria ero pieno. Tre da un lato, altrettanti dallaltro. Visto come va, mi sa tanto che ne devo togliere qualcuno».

Lei preferisce giocare centravanti ma Zeman, quando cè Osvaldo, la sposta a destra. Le piace? «Per me non è un problema. Lunico dubbio è che non so se ho le caratteristiche adatte per ricoprire quel ruolo».

Si sente un top player? «Ora proprio no».

Però lei è stato il colpo del mercato. «Lo so, ma sono giovane e devo ancora migliorare tanto».

Poteva andare alla Juventus e invece ha scelto la Roma. Perché?«Non è stato facile. Alla fine ho deciso di giocare nella Roma perché mi avevano detto che con Zeman gli attaccanti fanno tanti gol. In teoria…(ride). Scherzi a parte, oltre che per il tecnico ho scelto di venire qui perché cè un buon progetto che si basa sui giovani. E la cosa mi piace».

Quindi la Juve l'ha cercata. «Leggendo i giornali sembrava di sì. Lei che dice?»

Marotta ha detto il contrario. «Ah sì? Allora ritiro tutto. Se lo dice il direttore…»

Suo padre cose le ha consigliato? «Mi ha detto che quando una persona fa delle scelte, poi non deve avere mai rimpianti».

Se non fosse diventato calciatore… «Avrei continuato gli studi, fatto lUniversità e poi mi sarei cercato un lavoro. Tuttavia sin da piccolo volevo diventare un calciatore e ci sono fortunatamente riuscito».

Destro fuori dal campo? «Un ragazzo normale, che ama stare con gli amici. Sono andato via presto da casa e quindi quando li posso vedere me li godo».

Si ritiene imbattibile in cosa? «Di certo non alla play-station dove sono molto scarso».

Ma è vero che lei è un tipo che litiga con gli allenatori? «Litigo? Mi confronto (sorride). In realtà sono un tipo di poche parole. Non sono uno che magari va dal tecnico e ci discute. Ammetto che caratterialmente sono un po particolare. Sembro un tipo chiuso e scontroso e così capita che lallenatore non capisca che persona ha davanti. Penso che alla fine limportante sia ricercare e trovare un feeling».

E con Zeman si è creato? «Si sta creando…».

Cambiando discorso, è fidanzato? «Lo ero».

Bionde o more? «E uguale».

Tre aggettivi per definirla? «Sincero, determinato e permaloso».

Cosa cambierebbe del suo carattere? «Forse sono troppo musone??. Vorrei essere meno scontroso. Sono un tipo abbastanza umorale».

La notorietà la disturba? «Lo scorso anno a Siena mi muovevo con più tranquillità. Ora a Roma le cose sono cambiate ma a dir la verità almeno per ora la cosa mi fa piacere. Poi magari tra qualche anno cambierò idea».

Un futuro all'estero? «Fino a poco tempo fa dicevo di no, ora rispondo di sì. Inghilterra o Spagna, Premier o Liga, una delle due va bene».

Quando smetterà si vede ancora nel calcio? «Sì, mi piacerebbe. Vorrei tanto allenare i bambini, li adoro. Ma mi fermo a loro. I calciatori li lascio ad altri».

Denuncerebbe un compagno di squadra che le proponesse una combine? «Certo, senza dubbi. Dopo quello che è accaduto non avrei nessuna remora».

L'outing nel calcio? «E difficile. Forse il mondo sportivo non è ancora pronto».

Tempo fa Lippi disse che nel calcio non ci sono i gay. «Quello che posso dire è che non ne ho mai incontrati. O forse lho fatto e non me ne sono accorto o loro non hanno avuto la forza di dirmelo o farmelo capire».

L'idolo da bambino? «Ibrahimovic».

Con chi andrebbe a cena dei compagni? «Con De Rossi, almeno mi fa da guida».

E Totti? «Devo essere sincero, non mi aspettavo fosse così. Come calciatore lo conoscono tutti ma come persona è grandissimo».

Nel salutarla, comprerà la schiuma da barba? «Può darsi…(ride). Intanto speriamo di giocare. Non è che ho così tante certezze».