(Leggo - F.Balzani) La tristezza a Trigoria è diventata contagiosa. Dopo Mexes, Adriano Pizarro e Totti è la volta di Vucinic. Il montenegrino vuole andare via e lo ha ribadito ieri a Montali e Pradè.
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Vucinic scalcia e scalpita, verso l’addio
(Leggo – F.Balzani) La tristezza a Trigoria è diventata contagiosa. Dopo Mexes, Adriano Pizarro e Totti è la volta di Vucinic. Il montenegrino vuole andare via e lo ha ribadito ieri a Montali e Pradè.
I dirigenti romanisti hanno voluto parlare con il giocatore protagonista in pochi giorni di una lite con Ranieri (condita da frasi pesanti) e dello sfogo nato in seguito alla sostituzione di Cesena. Vucinic a mente fredda ha riconosciuto di aver sbagliato, evitando così una multa, ma non ha mancato di esprimere il suo malumore.
Il malessere del montenegrino è doppio perché, oltre al rapporto col tecnico, a farlo infuriare c’è il trattamento che gli sta riservando la società. Vucinic infatti ha una media gol invidiabile (0,46 a partita). Imbarazzante se messa a confronto con quelle di Adriano (0) e Totti (0,12) che però guadagnano più di lui, così come la maggior parte dei grandi attaccanti di serie A. L’adeguamento contrattuale tanto richiesto non arriverà e Vucinic ha voglia di cercare fortuna altrove, ora o giugno. Voglia confermata dagli atteggiamenti degli ultimi giorni e che le sirene di mercato arrivate alle orecchie del giocatore non fanno che acuire. L’Inter gli fa da mesi una corte serrata ed è disposta a versare 20 milioni nelle casse della Roma e 4 a stagione al giocatore.
Le grandi tentazioni del montenegrino arrivano anche da Oltremanica: dal Tottenham del suo estimatore Redknapp, ma soprattutto da United e Liverpool (l’arrivo di Ranieri però complicherebbe i piani). «Adesso non si muove», è la garanzia che arriva da Trigoria. Per tante ragioni: Unicredit, non vuole svalutare la Roma in vendita cedendo uno dei pezzi pregiati, Vucinic non potrebbe giocare in Champions con un’altra squadra e la Roma non potrebbe al momento trovargli un sostituto. Discorso diverso a giugno quando i vertici societari dovrebbero cambiare così come le strategie di mercato.
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