rassegna stampa roma

Viola, l’eroe giallorosso che fece grande la Roma

(Corriere dello Sport) Impossibile dimenticare l’Ingegnere. Cioè Dino Viola, il presidente che ha cambiato la sto­ria della Roma. Venti anni fa ci la­sciava, dopo una brevissima e cru­dele malattia.

Redazione

(Corriere dello Sport) Impossibile dimenticare l’Ingegnere. Cioè Dino Viola, il presidente che ha cambiato la sto­ria della Roma. Venti anni fa ci la­sciava, dopo una brevissima e cru­dele malattia.

Chi scrive, aveva scoperto della malattia per caso. A Trigoria, un incrocio casuale di auto con Gaetano Colucci, precur­sore dei preparatori atletici, gli auguri di Natale e una domanda, «ma hai saputo dell’Ingegnere?» . No. «E’ stato ricoverato in ospeda­le a Cortina » . Potete immaginare la reazione. Insieme a un collega, Massimo Tecca, un ex di questo giornale, oggi a Sky, cercammo di sapere di più. Non ci riuscimmo, ma capimmo che era qualcosa di serio. Il tempo di due-tre settima­ne e arrivò la notizia che l’Inge­gnere non ce l’aveva fatta. Vent’anni dopo l’Ingegnere è ancora nel cuore di intere genera­zioni di tifosi giallorossi, anche di quelli che hanno meno di vent’an­ni e che hanno saputo come, negli anni Ottanta, Dino Viola seppe trasformare la Rometta in Roma, sfidando la Juve, vincendo, per­dendo, rilanciando, sempre con uno stile ineguagliabile, con quel suo violese che dovevi capire per apprezzare, con un amore tangi­bile nei confronti della Roma, lui, di Aulla, ma romanista nel sangue e nella testa. Ci piace ricordarlo vicino alla vecchia sala stampa di Trigoria, con l’immancabile sigaretta tra le dita, uno sguardo ai giornalisti per far capire che aveva qualche cosa da dire, una battuta per rompere il ghiaccio. Ci piace ricordarlo so­prattutto nella sua Trigoria che ha voluto a tutti costi perché aveva capito che il futuro passava attra­verso la patrimonializzazione. Ci piace ricordarlo come un grande Presidente anche se di un calcio che, purtroppo, non c’è più.