(Il Romanista-C.Zucchelli) Minuto 44 del secondo tempo di Roma- Sampdoria: la Sud canta “Noi non ti lasceremo mai”. E non c’era neanche bisogno di ribadirlo.
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Una vittoria da Europa League
(Il Romanista-C.Zucchelli) Minuto 44 del secondo tempo di Roma- Sampdoria: la Sud canta “Noi non ti lasceremo mai”. E non c’era neanche bisogno di ribadirlo.
Ripartirà da qui, da questo coro e da questa gente, la Roma nella prossima stagione. Non potrebbe essere diversamente, visto che per il resto molti dei protagonisti dell’ultimo atto della stagione 2010-2011 tra qualche mese non ci saranno più. Un ultimo atto che vede la Roma battere la Sampdoria 3-1 dopo essere passata in svantaggio e conquistare così i tre punti necessari per partecipare all’Europa League.
L’obiettivo minimo per una squadra che, dodici mesi fa, arrivò seconda con 80 punti e che adesso, con 17 in meno, chiude mestamente al sesto posto. Dietro la Lazio. L’anno prossimo bisognerà rimettere a posto anche questo, con un allenatore nuovo e con una nuova società. Ieri l’addio a Montella e quello a un’emozionatissima Rosella Sensi che, in tribuna, ha ricevuto al fischio finale un mazzo di fiori giallorossi e una maglia con il numero 1. Nessun addio, e ci mancherebbe altro, ci sarà invece per Francesco Totti, il punto fermo di sempre, la certezza da cui ripartire, come dimostrano gli applausi (l’unico a riceverli) nella notte finale di una stagione da incubo. Finalmente finita. Che non se ne potesse più lo dimostra anche il silenzio dello stadio: in un silenzio surreale nei primi minuti, la Roma schierata da Montella col 4-3-3, inizia l’ultima partita di campionato con la rosa al completo – escluso Mexes – presente allo stadio. De Rossi, Simplicio, Doni e Juan in tribuna, Brighi addirittura in campo, accanto alle panchina con le stampelle.
La Sud, ogni cinque minuti, fa sapere che tifa solo la maglia, i giocatori della Roma, in campo, provano ad onorarla. Difficile farlo, in una partita che non sembra neanche un’amichevole di inizio estate. Il primo sussulto, per così dire, al minuto 24 quando Loria, in tuffo di testa, manda a lato dopo un angolo battuto da Totti. Passano sessanta secondi e all’Olimpico succede, per l’ennesima volta in questa stagione, l’incredibile: tiro di Ziegler che Lobont non trattiene e Mannini, in fuorigioco, mette dentro sotto la Sud. Piovono fischi, fischi e ancora fischi. Al 30’ ci pensa – guarda caso – Totti a mettere le cose a posto, con un destro che, da posizione defilata, fulmina Da Costa. Gol numero 207 per lui in Serie A, diciassettesimo stagionale. E non c’è bisogno di aggiungere altro. Fino all’intervallo succede pochissimo, fatta eccezione per un tiro al volo di Riise, e i 30mila dell’Olimpico prestano più attenzione a quello che accade a Lecce e a quello che succederà in futuro, considerando le bandiere americane che sventolano all’Olimpico.
Il copione non cambia nel secondo tempo: la Sud canta e basta, il resto dello stadio assiste silenzioso alla partita, salvo farsi sentire quando i giocatori della Samp provano a fermare Totti con le cattive. Montella toglie Perrotta – qualche applauso per lui – e mette Greco, ma gli occhi della gente romanista sono ormai rivolti solo ai risultati che arrivano da Lecce e Udine: la Lazio vince, i friulani pareggiano e in Champions ci vanno loro. I cori, nel frattempo, sono tutti sempre e solo per Totti che al minuto 21 del secondo tempo, da straordinario campione qual è, trova addirittura la forza e l’umiltà di andare a pressare difensori e portiere della Samp. Prendano esempio tutti, nella Roma di oggi e, soprattutto, in quella di domani. Dopo quattro minuti la Roma passa, finalmente, in vantaggio: assist di Loria, Vucinic stoppa di petto, poi scambia il pallone con Totti e, mettendo a sedere un difensore della Samp, batte Da Costa.
Montella, dopo il gol, lo toglie – tra i fischi – e mette al suo posto Caprari, alla seconda presenza in serie A. All’appuntamento col gol manca soltanto Borriello che, dopo una punizione di Totti non trattenuta da Da Costa, segna sotto la Sud. A cinque minuti dal termine Montella regala la gioia dell’esordio anche a Florenzi, capitano della Primavera di Alberto De Rossi che ha l’onore di entrare al posto di Francesco Totti. L’Olimpico tutto si alza in piedi per applaudire il suo re. Ed è l’unico finale possibile di una stagione, per il resto, da dimenticare.
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