rassegna stampa roma

Un fenomeno vero: tra gol e giocate sta diventando sempre più decisivo

(Corriere dello Sport-P.Torri) Carta rossa vince, carta nera perde, fate il vostro gioco. I gol di Jeremy Menez, detto Jerry, sono un po’ così, come il gioco del­le tre carte, il trucco c’è ma non si vede. Bisogna essere un po’ artisti...

Redazione

(Corriere dello Sport-P.Torri) Carta rossa vince, carta nera perde, fate il vostro gioco. I gol di Jeremy Menez, detto Jerry, sono un po’ così, come il gioco del­le tre carte, il trucco c’è ma non si vede. Bisogna essere un po’ artisti per farli.

Prendete quello al Ca­gliari di sabato scorso. Vucinic gli dà quel pallone sulla corsa, lui si presenta tutto solo davanti ad Agazzi,carta rossa vince, carta nera perde,il pallone in rete, Olimpico in piedi ad applaudire il talento di questo francese che nei piedi ha un calcio da assoluto pro­tagonista. GOL -Si dirà: è vero, Menez ha grandi qualità, però quando si va a contare, i suoi gol sono sempre po­chi, troppo pochi rispetto a poten­zialità da numero uno. I numeri, a oggi, danno ragione a questa tesi. Ma detto che per Menez probabil­mente il gol non sarà mai la prima opzione, a questa tesi rispondiamo come fece Franco Baldini con Fa­bio Capello quando nella Roma sidiscuteva sull’oppotunità di acqui­stare un giovane svedese di talen­to che di nome faceva e fa Zlatan Ibrahimovic,è vero, segna poco, ma non c’è nessun motivo tecnico perché, presto, non diventi un go­leador assai più prolifico.La spie­gazione ci pare perfetta anche per Jerry, non c’è nes­sun motivo per­ché in futuro non diventi anche un giocatore da dop­pia cifra in fatto di reti. Pure perché non va dimentica­to che il ragazzo ha ancora solo ventitré anni, i margini di miglio­ramento sono enormi. Nell’ultimo anno, del resto, ha già dato prova di saper metabolizzare consigli e progressi, trasformandosi da pro­messa a grande realtà di questa Roma che vuole continuare nella sua risalita in classifica. Con gran­de soddisfazione di Daniele Pra­dè. Perché in certi casi ci sembra giusto dare a Cesare quel che è di Cesare. In questo caso Cesare è il direttore sportivo giallorosso. Ha voluto Menez più di chiunque al­tro, ha subìto pure feroci critiche per aver speso dieci milioni ab­bondanti per il francesino che ar­rivava da Monaco, ora ci piacereb­be sentire quelli che avevano mes­so Pradè sul banco degli imputati per un’operazione di mercato con­siderata poco più che fallimenta­re. Fossero tutte così le operazio­ni fallimentari. CONTRATTO -Questa non lo è stata di certo, tanto è vero che ora sarà il caso di cominciare a pensare al rinnovo contrattuale di Jerry. Il suo legame con la Roma è garan­tito sino al trenta giugno del pros­simo anno che, nel calcio di oggi, è una data che si può dare per vi­cinissima. Oggi come oggi, peral­tro, il francese potrebbe pure libe­rarsi a fronte di una clausola da venticinque milioni, voluta pure questa da Pradè perché convinto che il ragazzo prima o dopo sareb­be diventato un top-player, quindi meglio cautelarsi. In una situazio­ne normale, la dirigenza romani­sta avrebbe già affrontato la que­stione del rinnovo di Jerry. Ma la Roma non è in una situazione nor­male, perché come tutti sanno, si è in una fase cruciale per il passaggio di proprietà. E finché non ci saranno no­vità definitive in questo senso, tutto è bloccato, compre­si i contratti di Me­nez e De Rossi, giu­sto per citare i due nomi più importanti in scadenza il prossimo anno. Come si sblocche­rà la situazione, si andrà all’incon­tro con i procuratori di Menez, Mi­gliaccio e Bernes, due definiti os­si duri da qualsiasi direttore spor­tivo. Soprattutto in situazioni co­me quelle di Menez. Sul quale, tanto per dirne un paio, hanno messo gli occhi Arsenal (Wenger) e Manchester United (Ferguson). Sarà il caso di fare in fretta.