(Leggo) Ieri a Trigoria c’è stato uno strano vertice. Paolo Fiorentino è il numero 2 di Unicredit, una banca che per rientrare di un credito ha rilevato la Roma per venderla al migliore offerente.
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Un altro inutile vertice
(Leggo) Ieri a Trigoria c’è stato uno strano vertice. Paolo Fiorentino è il numero 2 di Unicredit, una banca che per rientrare di un credito ha rilevato la Roma per venderla al migliore offerente.
Rosella Sensi si sa benissimo che cosa è stata, ma non si sa bene che cosa sia adesso: avesse ancora il bastone del comando, non avrebbe fatto la figura che ha fatto con la minaccia del ritiro rientrata per volere dei giocatori, cioè l’oggetto della ritorsione. Claudio Ranieri dovrebbe essere l’allenatore della squadra, ma non ha la fiducia di nessuno (club, giocatori e tifosi) e sappiamo che perfino Berlusconi è appeso ai numeri che portano la fiducia.
Gian Paolo Montali, detto l’ottimizzatore, se parla dice che non sa quale futuro lo aspetti. I giocatori sono entrati a Trigoria schivando calci e insulti da parte dei tifosi (quasi tutti: Borriello li ha presi). Discorso a parte per Totti: ma lui è come la mamma quando si parla di donne, non rientra nella categoria. E’ l’eccezione: insomma, è Totti, quindi solo applausi. L’impressione è che sia stato più facile capirsi sulla torre di Babele che dentro Trigoria. E comunque l’immagine di una Babele è rimasta. Fiorentino non vede l’ora di passare la patata alla cordata Usa, la Sensi ha già perso l’ora, Ranieri fa il muro di gomma per salvaguardare l’ingaggio, i giocatori puntano a salvare la faccia più che la stagione. Ribadiamo: fra un mese mister DiBenedetto troverà ancora la Roma? (F.Mac.)
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