(Il Romanista - D.Galli) I legali sono a Boston. Quelli dello studio Tonucci sono arrivati lunedì, mentre l’avvocato Roberto Cappelli dello studio Grimaldi & Associati è già da un pezzo negli Stati Uniti.
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Tutti a Boston: venerdì la firma sugli accordi
(Il Romanista – D.Galli) I legali sono a Boston. Quelli dello studio Tonucci sono arrivati lunedì, mentre l’avvocato Roberto Cappelli dello studio Grimaldi & Associati è già da un pezzo negli Stati Uniti.
A breve arriveranno anche i manager di Unicredit, Fiorentino e Peluso. Gli uomini della Open Gate Italia, che stanno gestendo la comunicazione per DiBenedetto & Co., decolleranno invece dall’Italia domani. È tutto pronto, si dovrebbe firmare il giorno dopo. Venerdì 15 aprile.
La data giusta per la cessione dell’As Roma dovrebbe essere proprio quella annunciata dodici giorni fa dall’avvocato Mario Tonucci. Dall’uomo che dal suo studio alle spalle di piazza del Popolo cura da mesi gli interessi della cordata americana guidata da Thomas Richard DiBenedetto. Il condizionale è d’obbligo, perché c’è anche chi in ambienti finanziari sostiene che le firme possano slittare a sabato. Di fatto, cambia poco o nulla. L’As Roma sarà americana, su questo non ci piove. Cappelli è apposta da giorni negli States. Assieme ai suoi collaboratori, ha lavorato sulle carte della trattativa per provare a far combaciare tutto. Per far sì che diventasse possibile firmare nei tempi previsti. Con il suo collega Lawrence Silverstein di Bingham, l’avvocato della DiBenedetto As Roma LLC, ha sciolto in conference call con l’Italia, leggi con Unicredit, quei dubbi che secondo qualcuno sono ancora da sciogliere. Tra i punti delicati dell’accordo, scriveva ieri l’AdnKronos, ci sarebbero le garanzie per gli investimenti futuri sulla crescita dell’As Roma. Secondo qualche fonte finanziaria, però, questa fase sarebbe stata ampiamente superata. Registriamo. La migliore garanzia, avvertono da ambienti vicini alla trattativa, è la presenza oltre a DiBenedetto di James Pallotta.
Una presenza che nel prossimo assetto societario dell’As Roma non sarà affatto simbolica. L’azionista dei Boston Celtics ci metterà la faccia, i soldi, i 10 milioni di capitale iniziale, ma soprattutto una capacità imprenditoriale che gli ha permesso di arricchirsi con la gestione di fondi ad alto rischio. Pallotta, per intenderci, è uno che sa giocare col fuoco senza scottarsi. Venerdì, firmerà con il futuro presidente DiBenedetto e con gli altri due soci Ruane e D’Amore - anche per loro si parla di una quota individuale di 10 milioni - il passaggio di consegne del club. I loro interlocutori italiani, là nel New England, saranno il responsabile corporate di Unicredit, Piergiorgio Peluso e il Chief Operating Officer, Paolo Fiorentino. I termini dell’intesa, grosso modo, ormai sono noti. Gli americani acquisteranno il 60% dell’As Roma, il resto rimarrà nelle mani di Piazza Cordusio. Che però ha negoziato con i quattro investitori a stelle e strisce un piano di uscita. Non è interesse della banca continuare a gestire la società, seppure con una quota di minoranza.
Di questo si è discusso a lungo nel corso della trattativa. Dopo aver condotto per mesi dei sondaggi, una volta archiviato il procedimento di vendita dell’As Roma, Unicredit si metterà seriamente alla ricerca di un investitore italiano disposto a rilevare il 20% della propria fetta. Ma cosa accadrà, invece, subito dopo le firme? Ci sarà bisogno di alcuni passaggi tecnici. I tre membri del Cda di Roma 2000, il presidente Attilio Zimatore, il responsabile per il Centro Sud di Unicredit Antonio Muto e la dottoressa Rosella Sensi, delibereranno l’avvenuta cessione dell’As Roma. Il contratto di compravendita sarò poi sottoposto al vaglio dell’Antitrust. Successivamente, la cordata americana sarà obbligata a lanciare un’Opa, un’Offerta pubblica di acquisto sui titoli As Roma dei piccoli azionisti. Unicredit sosterrà questa operazione. Almeno per i primi tempi, la banca manterrà un ruolo di partner finanziario di primo piano. Mentre gli studi legali e quelli tributari continueranno a lavorare sulla parte economica e burocratica, gli americani prenderanno fisicamente possesso del club. Arriverà Walter Sabatini, farà il direttore sportivo. Si sta già muovendo, e pesantemente, sul mercato. Potrebbe arrivare il regista del terzo scudetto, il general manager della nazionale inglese Franco Baldini. Sarebbe il direttore generale.
Restano altre caselle importanti da riempire. Ci sono uomini e donne che a Trigoria hanno servito, tutti indistintamente, con lealtà e professionalità l’As Roma. Adesso attendono di sapere se potranno contribuire a realizzare l’American Dream. Chi invece sta già aiutando il gruppo americano è Open Gate Italia, una società di comunicazione di caratura internazionale fondata a maggio di tre anni fa dall’ex capo delle relazioni esterne di Sky Italia, Tullio Camiglieri. A Boston, venerdì, ci sarà anche lui. Ieri, Camiglieri è intervenuto a Teleradiostereo per spiegare sia il tipo di lavoro che sta portando avanti per gli americani, sia per fare il punto sulla trattativa: «Stiamo seguendo il gruppo americano che fa capo a Thomas DiBenedetto verso l’acquisizione dell’As Roma, nello specifico per l’ambito della comunicazione, per un lavoro ancora lungo, anche se siamo ottimisti. Un lavoro, come si può immaginare, non semplice, per il quale serve la necessaria tranquillità anche perché si parla di una società quotata in Borsa». L’ex numero uno della comunicazione di Sky preferirebbe «uscire dal Raccordo Anulare», perché così la Roma «uscirebbe da polemiche da piccola cittadina di provincia». Polemiche che hanno dato fastidio a Camiglieri: «Posso dire per certo che si sta lavorando da tempo con serietà. Con accortezza. Il resto sono, appunto, polemiche che vanno messe definitivamente alle spalle».
Il manager evita di fissare delle date per le firme: «È difficile se non impossibile quantificare il tempo che manca alla conclusione della trattativa. È controproducente pensare di dover chiudere fissando necessariamente una data entro la quale chiudere, che sarebbe in questo caso una spada di Damocle. L’importante è dare il tempo per portare a termine la vicenda. Nel prossimo fine settimana si continuerà a lavorare, ma non è possibile oggi stimare la tempistica per la conclusione». Per il presidente di Open Gate, mister Tom non poteva iniziare meglio la sua avventura giallorossa: «DiBenedetto si sta muovendo nella giusta direzione. Non a caso ha rilasciato la sua prima intervista al quotidiano più letto in Italia (la Gazzetta dello Sport, ndr)». Camiglieri traccia questo breve ritratto di DiBenedetto: «Ha contattato la Open Gate Italia molto tempo fa. È un grande appassionato di sport e di calcio. È salito alla ribalta per la Roma in modo non casuale, la Roma è un nome spendibile per chi fa l’imprenditore in modo serio ed è interessato. Se l’operazione DiBenedetto andasse in porto, ne beneficerebbe tutto il sistema calcio nazionale ».
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