(Il Tempo) - Il giorno dei bilanci. La Roma esce soddisfatta del mercato, «ha centrato gli obiettivi», assicura l'esausto direttore sportivo Walter Sabatini che si dice «moderatamente soddisfatto».
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(Il Tempo) – Il giorno dei bilanci. La Roma esce soddisfatta del mercato, «ha centrato gli obiettivi», assicura l’esausto direttore sportivo Walter Sabatini che si dice «moderatamente soddisfatto».
Nessuno ha speso quanto il club giallorosso, anche se gli undici giocatori sbarcati a Trigoria in un colpo solo non erano tutti quelli immaginati all'inizio del mercato: strada facendo sono sfuggiti Ricky Alvarez, Clichy, Casemiro, Nilmar e per ultimi Montolivo e Palacio. Ora manca un'alternativa a sinistra in difesa e in attacco c'è la folla ma i dirigenti e Luis Enrique sono comunque soddisfatti per aver costruito una squadra che ha alzato la qualità e abbassato l'età media da 30.4 a 26.8. DiBenedetto - e non solo lui - avrebbe gradito una rosa più corta (troppi 33 giocatori, giovani compresi) e un taglio maggiore al monte ingaggi: premi esclusi, si è passati dagli 83 milioni lordi della scorsa stagione ai 77 attuali. Per questo la cessione di Borriello (stipendio lordo 5.4 milioni più ricchi premi) era diventata una priorità. Il centravanti era pronto a togliere il disturbo e martedì notte aveva addirittura accettato di trasferirsi al Genoa. Se ne riparlerà a gennaio. «Abbiamo seguito la premessa: costruire la Roma del futuro. Non è stato facile - racconta Sabatini - a Roma non si riposa mai, è una piazza molto esigente». Che adesso si interroga sui tanti dilemmi tattici della squadra. Quali sono i titolari in attacco? Totti è tra questi? De Rossi e Gago possono giocare insieme? Il regista argentino, ieri al Gemelli per le visite mediche e oggi in campo per l'allenamento, è convinto di sì: «Abbiamo caratteristiche diverse - assicura Gago - non ci saranno problemi». Luis Enrique sta pensando a una Roma iper-offensiva e potrebbe farlo giocare da intermedio, lasciando De Rossi nel cuore del centrocampo. Le fortune della nuova Roma passano per i piedi e le energie di «capitan futuro». Così come la programmazione societaria: il suo rinnovo di contratto è il prossimo obiettivo, reso più complicato dalla forza contrattuale acquisita dal giocatore che andrà in scadenza il prossimo giugno. L'altro titolare designato del centrocampo è Pjanic, anche se dovrà dimenticare i movimenti del trequartista a cui era abituato. «Non volevo lasciare il Lione - fa sapere il bosniaco - evidentemente avevano bisogno di soldi. Ma ora sono in un club ambizioso e non ho rimpianti: il bello deve arrivare». Anche Luis Enrique ne è convinto. La Roma si mette nelle mani del tecnico, partito male e ora motivatissimo. «Zamparini ha detto che ha Delio Rossi rifiutato perché aspetta la Roma? Non c'è nessuna candidatura di Delio per la Roma - la smentita di Sabatini - il nostro allenatore è Luis Enrique e lo sarà per molto tempo, nonostante qualche risultato e qualche episodio abbiano suscitato equivoci». Non ancora chiariti: il caso-Totti è ancora aperto, «e io mi sento in colpa per questo» ammette il ds. Il redivivo Juan, da ieri di nuovo in gruppo e pronto a riprendersi il posto entro la seconda giornata, difende il capitano e invita tutti a «risolvere i problemi tra di noi. Certe cose non dobbiamo farle uscire dallo spogliatoio. De Rossi? Perderlo sarebbe pesante». Meglio essere ottimisti. Come Rosella Sensi, intervenuta insieme a Juan alla conferenza in Provincia sul torneo giovanile «Tirreno e Sport»: «Sono tifosa della Roma e sempre lo sarò, ma certo ho un po' di malinconia». Passerà.
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