(Il Romanista - G.Dell'Artri) - Ieri in famiglia, oggi anche ma dopo aver offerto a tutta la squadra la pizza a Trigoria. Dopo la cena sulla Tuscolana, un’altra mezza iniziativa del capitano, ma stavolta il motivo è conclamato: è il suo compleanno. E’ Natale. Se lo trovate esagerato è uguale, di esagerato c’è la partita che Francesco Totti ha fatto contro il Parma. Quasi commovente.
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Trentacinque anni da Capitano
(Il Romanista – G.Dell’Artri) – Ieri in famiglia, oggi anche ma dopo aver offerto a tutta la squadra la pizza a Trigoria. Dopo la cena sulla Tuscolana, un’altra mezza iniziativa del capitano, ma stavolta il motivo è...
Commovente, senza il quasi, vedere il più forte giocatore della nostra storia a trentaquattro anni etrecentosessantatré giorni correre sempre, fino a metà campo, senza mai nemmeno in un momento la postura di un lamento. Ma con gli occhi più veloci delle gambe che non hanno mai corso tanto. Pronto ad abbracciare Osvaldo dopo il gol, Luis Enrique a fine partita, e tutta la squadra - in questa nuova specie di haka - prima dell’inizio: non al centro, ma al centro del centro del progetto. Trentacinque anni e la vittoria di Parma per regalo, con (relativa) sorpresa: l’abbraccio di Thomas Richard DiBenedetto che l’altro ieri sera stava al Tardini. C’è una foto che gira su internet, quella qui accanto: parla da sola. Come Totti che non parla direttamente da una vita perché non ha bisogno di farlo.
Lo ha fatto tramite il suo sito prima dell’inizio del campionato compiendo il gesto più romanista possibile quando zittì tutte le chiacchiere sopra e attorno a lui, quando disse quello che tutti i tifosi della Roma sognavano di sentire: «Stiamo uniti, siamo tutti con l’allenatore con la società». Totti non ha saltato nemmeno un minuto del campionato e c’era mezza Roma (quelli che non a caso hanno esultato segretamente per il pareggio con il Siena) che diceva e scriveva: «Francesco non è più titolare»; «Totti per l’allenatore è un problema»; «Totti non accetta il ruolo di centrocampista»; «C’è il problema del ruolo»; «C’è il problema del gelo con la società»; «Non si parla con il tecnico». A tutte queste eresie bisognerebbe rispondere soltanto facendo vedere Parma-Roma del 25 settembre 2011. DiBenedetto - che Francesco ha incontrato anche prima della partita - considera Totti semplicemente quello che è: il più forte giocatore d’Italia degli ultimi cinquant’anni. Ieri è stato abbastanza esemplificativo quello che ha detto Roberto Cappelli, nel suo ultimo giorno da presidente: «A volte si creano delle bolle di sapone, un minimo di verità viene ingigantito mediaticamente creando squilibri che portano fuori dalla giusta via. Come nel caso tra Totti e Luis Enrique. C’è da parte di entrambi l’obiettivo comune di lavorare nella stessa direzione. Per la società e per l’allenatore Totti è una pedina fondamentale. Se c’è una cosa che mi fa stare sereno è proprio l’aria che si respira all’interno dello spogliatoio. E’ un gruppo stupendo».
Oggi pizza per tutti e chissà che sorpresa riceverà Totti... Per ora ancora niente conferenze, aspetta sempre - prima di farle - di chiarire definitivamente con Franco Baldini. Ma questa è un’altra storia, di un equivoco che è stato veramente equivoco, non di cattiva fede. Il resto è tutti gli auguri del mondo al più grande giocatore della storia della Roma che della Roma ha fatto la storia. Oggi ogni buon romanista a casa sua dovrebbe spegnere le candeline
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