rassegna stampa roma

Subito 40 milioni per il mercato

(Corriere dello Sport – P.Torri) One Federal Street, incrocio con Franklin Street, palazzo d’angolo, solo uffici al­l’interno, tra questi lo studio legale Bingham,

Redazione

(Corriere dello Sport - P.Torri) One Federal Street, incrocio con Franklin Street, palazzo d’angolo, solo uffici al­l’interno, tra questi lo studio legale Bingham,

porte girevoli, una security nervosetta anziche­no, ma c’è da capirli, uno Starbucks che ha ga­rantito un espresso che si faceva bere, il gelido sole del Massa­chusetts a riscaldare, si fa per dire, l’attesa per una firma, quella dell’acquisizione dell’As Roma da parte del gruppo ame­ricano guidato da Thomas DiBe­nedetto. Una firma slittata nella nottata italiana dopo l’ennesima, estenuante, infinita, giornata di trattative. One Federal Street, dunque: è stata questa la location dell’ultima tappa di una vi­cenda cominciata sette mesi fa se ci limitiamo a DiBenedetto & partners, sette anni fa, invece, se torniamo indietro nel tempo, i russi della Nafta a un passo dall’acquisto, poi volatilizzati­si, come successivamente è accaduto per il fon­do di George Soros, l’equivoca cordata griffata Vinicio Fioranelli, il dottor Francesco Angelini, svariate altre cordate, americani, russi, tede­schi, cinesi, all’appello sono mancati solo gli eschimesi, ma ce ne siamo fatti una ragione. IL PRESTITO -E’ finita, dunque, con questo accor­do preliminare dove preliminare non deve far scattare nessun campanello d’allarme. Nel sen­so che non può che essere tale un accordo che, adesso, per diventare operativo a tutti gli effet­ti, deve attendere gli obbligatori passaggi al­l’Antitrust, il lancio dell’Opa, l’assemblea degli azionisti roma­nisti dove sarà nominato un nuo­vo Cda e un nuovo presidente. Che sarà mister Tom DiBenedet­to, futuro numero uno del club giallorosso. Toccherà a lui gesti­re l’investimento realizzato in­sieme a James Pallotta, Richard D’Amore e Michael Ruane. I quattro cavalieri dell’Ave Maria rilevano il 60% (del 67%) del pacchetto azionario della Roma. Quattro parti uguali, DiBenedetto, in più, si è assunto il compito di gestire ilbusinessche gli americani sono convinti si rivelerà un succes­so. Per ora, ci sono da registrare le spese: il co­sto di circa 42 milioni (il 60 del 67 per cento), ai quali bisognerà aggiungere il cash per l’Opa (calcolo difficile, dipenderà da quanti accette­ranno di vendere, può variare da 10 a 30 milio­ni), due ricapitalizzazioni, la prima da 45 milio­ni,la seconda da 50, da mettere sul piatto entro due anni. Il calcolo non è finito qui. Perché, no­vità dell’ultima notte di trattativa, è che bisogna aggiungere il finanziamento attraverso un pre­stito da 40 milioni che UniCredit ha garantito alla Roma per immettere liquidità nel breve tempo nelle casse giallorosse (per le ricapitaliz­zazioni ci sono tempi da rispettare e non sono brevissimi), in pratica i soldi per la prossima campagna acquisti. NOTTE AGITATA -E’ questo l’ulti­mo aspetto che ha rappresentato lo scoglio finale da superare, do­po che il giorno precedente Ja­mes Pallotta, che UniCredit ave­va voluto a tutti i costi presente, aveva già garantito sulle ricapi­talizzazioni( anzi, l’imprenditore americano aveva dato una doppia garanzia, anche con il suo patrimonio personale). Una richiesta, quel­la dell’Istituto bancario di piazza Cordusio, che non è che avesse fatto molto piacere agli ame­ricani. Ma torniamo all’ultimo scoglio di cui so­pra, altra cosa che ha lasciato perplessi gli uo­miniborn in the Usa,al punto che qualcuno ha pure azzardato che si sia rischiata la rottura. Dunque, il prestito di 40 milioni che Unicredit ha garantito, prestito, c’è da notare, che per il40% ha fatto a se stessa. Una volta stabilito il cash, i legali degli americani hanno scoperto che gli interessi applicati erano non proprio tra soci, tanto meno amichevoli. C’è stata qualche discussione, la minaccia di far saltare tutto, so­lo a quel punto la banca ha accettato di scende­re con i numeri degli interessi. A quel punto ci si è collegati con Roma inconference call,dal­l’altra parte dell’Atlantico pre­senti La dottoressa Rosella Sen­si e il dottor Antonio Muto, che sono stati relazionati dal dottor Attilio Zimatore, presente qui a Boston, sulla situazione. Così, ie­ri, dopo un’altra mattinata di di­scussioni, postille, allegati, nel primo pomeriggio bostoniano il comunicato ufficiale (il parto, ci dicono, è stato piuttosto complesso, compren­dendo anche la dottoressa Cristina Mazzoleni che da Roma poi lo ha spedito in Consob), le parole di Tom DiBenedetto, l’ufficialità di un passaggio di consegne che segna, al di là anche solo della questione Roma, una svolta storica per il nostro calcio. Gli americani a Roma.Ame­rica’, facce ‘’na grande Roma,così Albertone Sordi, che qui ci piace ricordare, ce lo avrebbe raccontato. Ci associamo.