rassegna stampa roma

Roma violenta

(Libero – F.Rubini) – Scene di guerriglia urbana ieri a Trigoria, dove gli ultra hanno manifestato il loro malcontento verso la squadra giallorossa, reduce da tre sconfitte consecutive.

Redazione

(Libero - F.Rubini) - Scene di guerriglia urbana ieri a Trigoria, dove gli ultra hanno manifestato il loro malcontento verso la squadra giallorossa, reduce da tre sconfitte consecutive.

Lanci di petardi e bombe carta hanno fatto scattare l’intervento delle forze dell’ordine. Momenti di tensione si sono avuti anche quando il pullman della squadra è uscito da Trigoria per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino. A scortarlo c’era un imponente spiegamento di mezzi delle forze dell’ordine, mentre un elicottero ha seguito il pullman fino all’entrata all’aeroporto dove, contrariamente alle abitudini, invece di fermarsi all’ingresso del terminal 1, è passato da un’entrata secondaria per fermarsi proprio sotto l’aereo.

QUATTRO FERMI - Prima della fuga da Trigoria, però, una delegazione di sette tifosi aveva incontrato una delegazione di giocatori e dirigenti formata da Riise e Borriello per i primi e da Pradè, Montali, Conti e Tempestilli per i secondi. Il bilancio della giornata di follia è stato di otto poliziotti feriti, quattro tifosi fermati (uno era recidivo ed è stato arrestato) e il derby Primavera tra Roma e Lazio (finito 7-1 per i baby giallorossi) giocato a porte chiuse per paura di nuovi scontri. Il tutto mentre tra la Capitale e Boston si sta giocando la delicata partita per il passaggio di proprietà alla cordata americana guidata da Di Benedetto. Mentre fuori i tifosi protestavano, all’interno del centro sportivo i giallorossi si stavano allenando prima di partire per Genova dove oggi giocheranno contro il Genoa. Per tutti parla Claudio Ranieri, che nel tentativo di gettare acqua sul fuoco, definisce gli scontri «una dimostrazione di amore dei tifosi che vogliono capire il perché della flessione». E la risposta ai tifosi la dà sempre lui: «Stiamo giocando male, come contro il Napoli, ma con Inter e Brescia siamo stati puniti da episodi che sono indici che qualcosa quest’anno non gira». Ancora una volta Ranieri, core de Roma, tira fuori tutta la sua grinta per cercare di uscire da una situazione che, al di là delle tre sconfitte di fila, è molto delicata. Le sfuriate di Borriello, la gestione del caso Pizarro, i malumori dei senatori, sono cose reali, che devono essere gestite con pugno fermo. È per questo che Ranieri avverte: «Non abbandono la nave. State tranquilli, non me ne vado sino a fine stagione, le sfide mi piacciono. La situazione è difficile - ammette - da romano ci sto male il doppio, ma vado avanti con fiducia. L’anno prossimo? Calma - continua Ranieri - c’è un proprietario che vende, una banca che media, un compratore che si deve ancora insediare, stiamo mettendo il carro davanti ai buoi. Io aziendalista? Solo perché firmo un contratto e un programma? Allora sì, ma se il piano non va lo dico: quando sono arrivato sapevo che non c’erano soldi e la situazione era difficilissima, potevo andare via l’anno scorso, ma sarebbe stato come tradire me stesso».

SI RIVEDE PIZARRO - Poi spazio all’analisi della trasferta di Genova, che il tecnico giallorosso deve affrontare con più di un problema di formazione: Vucinic (risentimento) non è stato convocato, mentre De Rossi, Cassetti e Rosi sono squalificati. Così torna in rosa Pizarro «ho deciso di portarlo a Genova, sta sempre meglio. Titolare? Diciamo che è pronto per venire con noi». Borriello («ci siamo chiariti dopo lo Shakhtar, ora lui è allenato ma ha mal di schiena») partirà ancora dalla panchina per fare posto a Totti unica punta. Infine Ranieri, commentando le voci che vorrebbero Mexes al Milan, avverte tutti: «A Roma tutto può succedere, sono problematiche vere, ma nonle accetto come scusanti».