(Il Tempo-A.Austini) Maximiliano Pellegrino, difensore argentino: uno sconosciuto ai più fino a ieri diventa l'uomo della provvidenza per la Roma. Al 90' di una partita orrenda dal cielo di Cesena scende una mano tesa verso Ranieri.
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Roma: San Pellegrino
(Il Tempo-A.Austini) Maximiliano Pellegrino, difensore argentino: uno sconosciuto ai più fino a ieri diventa l’uomo della provvidenza per la Roma. Al 90′ di una partita orrenda dal cielo di Cesena scende una mano tesa verso Ranieri.
In pochi attimi si addormentano un assistente, un avversario e arriva la svolta. Autogol (viziato da un doppio fuorigioco), partita e incontro.
I giallorossi centrano la prima vittoria nella storia a Cesena, la seconda esterna in questo campionato e restano agganciati al treno dei sogni. I punti dal Milan che resta in vetta (ma ieri fermato sul pari a Lecce) ora sono sei, la Lazio e il Napoli stanno ancora avanti, la Juve lì incollata con l'Inter virtualmente sopra: quindi alla Roma è andata di lusso. Per lunghi tratti inguardabile, senza un'idea di gioco e con Borriello in panchina, la squadra di Ranieri non ha fatto una bella figura contro un Cesena modestissimo. E infatti la gara era avviata verso uno squallido 0-0, stesso punteggio, che avrebbe risucchiato la Roma nel vortice delle sue tensioni interne. In avvio un pallone perso dal molle Menez ha liberato al tiro Giaccherini e Doni ha respinto. Poi, quasi per caso, i giallorossi hanno sfiorato il vantaggio con Perrotta e si sono fermati a un passo dal precipizio dopo un'uscita mancata di Doni.
Nel tridente d'attacco ha regnato l'anarchia. Totti si è ritrovato spesso a destra, lontano dalla porta e dal cuore della manovra. Il pallone del riscatto gliel'ha servito Vucinic in area ma il compagno dello scudetto Antonioli lo ha fermato. Il nervosismo ha bloccato Vucinic che ha impegnato il portiere 41enne con un diagonale ma nel resto della gara si è fatto notare solo per le urla contro arbitro e compagni. La luna storta di Menez ha tolto l'unica altra arma a disposizione.
La ripresa si è aperta con il gol di mano di Giaccherini, bravo l'assistente Romagnoli a segnalarlo, e con una Roma ancora brutta e lenta. Proteste del Cesena per un fallo di Burdisso su Budan lanciato verso l'area - argentino solo ammonito, ma sarà squalificato per il Cagliari - e dei giallorossi per due falli di Colucci non sanzionati con il secondo giallo. Ranieri ha sostituito l'acciaccato Cassetti con Rosi, Ficcadenti ha puntato al pareggio inserendo Sammarco per Caserta. A nove minuti dalla fine l'allenatore di San Saba ha rotto gli indugi: fuori Vucinic (non l'ha presa bene) e Menez, dentro due centravanti insieme, Adriano e Borriello. Doppio cambio difficile da comprendere ma, a conti fatti, decisivo: al 90' l'ex milanista difende un pallone in area, colpisce la traversa con un tiro morbido, arriva Adriano (in netto fuorigioco) che spara addosso ad Antonioli e sulla seconda respinta si avventa Simplicio (anche lui in offside) che manda in bambola il povero Pellegrino: il rilancio goffo dell'argentino va all'indietro e finisce in porta, i quattromila romanisti appostati lì dietro saltano in piedi. È la ricompensa del suicidio di Genova. Ma da qui in avanti, a partire dal derby di mercoledì in coppa Italia, serve un'altra Roma.
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