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Roma, oh yes!

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Con il naso all’insù, ai piedi di Kevin Garnett, una specie di gigante buono.

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Con il naso all’insù, ai piedi di Kevin Garnett, una specie di gigante buono.

I Celtics si divertono con i Knicks (112-102), chiudono la stagione regolare e danno appuntamento a domenica, gara-1 dei playoff. Nel parterre, in prima fila, tre spettatori arrivati dall’Italia: Paolo Fiorentino, Piergiorgio Peluso, Roberto Cappelli. Si è scoperto perché i vertici di UniCredit hanno anticipato la partenza per gli Stati Uniti: James Pallotta li aveva invitati al Garden per la passerella finale dei Celtics, la creatura di cui va più orgoglioso (e per la quale un anno fa, in finale coi Lakers, si beccò 100.000 dollari di multa per proteste).

TUTTO PRONTO Mossa azzeccata, la banca si è sciolta.Come stenderle un tappeto rosso e mettere in ghiaccio il risultato: l’affare è ad un passo, la trattativa è conclusa, le garanzie soddisfatte, anche per la firma di Pallotta. Insomma, c’è il feeling giusto, siamo al cartello dell’ultimo chilometro. Ieri è arrivato a Boston Thomas Di- Benedetto, i legali degli studi Tonucci e Bingham hanno passato tutta la giornata a tirargli la volata, a lui compete il colpo di reni finale, dopodiché potrà sollevare le braccia al cielo. «Sono ottimista, ormai è solo questione di ore» , fa sapere ai suoi collaboratori.

L'AGENDAIl gran giorno è arrivato, cala il sipario su diciotto anni della gestione Sensi. Dall’Italia ieri sera è sbarcato anche Attilio Zimatore (con un rappresentante della Rothschild, Francesco Bertocchini), professore universitario e presidente del cda di Roma 2000 venuto apposta per ratificare il passaggio di consegne del 67%del club giallorosso (laDi-Benedetto LLC avrà il 60%, UniCredit il 40%). L’agenda prevede che l’atto conclusivo si consumi entro mezzogiorno, le sei del pomeriggio in Italia: riunione e firme su un contratto preliminare che i passi obbligati da Antitrust e Consob in un mese renderanno definitivo. A seguire, breve conferenza stampa. All’una Pallotta deve scappare, ha un altro appuntamento. Cos’è la Roma per il 18 ° uomo più ricco di Boston, detto anche «il re degli hedge fund» ? Un altro affare, ma forse un pizzico più speciale: da giorni questo sportivo di successo con genitori di origine romane (e romaniste?) lavora fianco a fianco con DiBenedetto per pianificare la crescita di quest’altra sua creatura. Solo, ieri si è stupito di trovarsi schiere di fotografi e telecamere davanti al portone di casa.La «coda del mostro» (copyright DiBenedetto) ha già sconvolto Boston, come volevasi dimostrare.

ATTENTI A QUEI DUE Questi simpatici italo-americani volano alti: vittorie, trofei, tournée estive, academy sparse nel mondo per scovare nuovi talenti, perfino una hall of fame con Francesco Totti tessera numero 1. Sognano? Loro ci credono, ma sanno che occorreranno anni. Ora tirano fuori una cinquantina di milioni per rilevare il pacchetto di maggioranza, ne metteranno altrettanti con UniCredit per l’aumento di capitale. E’ un progetto a lungo termine, un quinquennio almeno, che dovrà superare delle tappe. La prima, la più dura perché andranno sistemati i bilanci, prevede investimenti, ricambio della squadra, ringiovanimento, snellimento del tetto ingaggio. Senza rinunciare al talento, of course.