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Roma, disfatta senza precedenti

(Il Messaggero – U.Trani) Non c’è più la Roma e nemmeno Ranieri che esce di scena dopo aver fatto diventare vergognosamente anonima una squadra competitiva.

Redazione

(Il Messaggero - U.Trani)Non c’è più la Roma e nemmeno Ranieri che esce di scena dopo aver fatto diventare vergognosamente anonima una squadra competitiva.

Non esistono alibi per il fallimento del tecnico e dei giocatori, nemmeno quello della società che sta per essere acquistata da DiBenedetto.

Il viaggio in Liguria finisce nel peggiore dei modi: 4 a 3 per il Genoa che passeggia sulle rovine giallorosse, recuperando tre gol e andando a vincere il match in poco più di mezz’ora.

L’ottava rimonta subita in questa stagione è sconcertante perché inedita nella sua dinamica per la Roma, anche se nel secondo anno dell’éra Spalletti, contro l’Inter nella Supercoppa italiana del 26 agosto 2006, visse una cosa identica, anche se aspettò i supplementari per alzare bandiera bianca. Anche stavolta, coinvolti in una partita emozionante e con sette reti, i giallorossi fanno divertire solo gli altri, giocatori e tifosi avversari, mostrando una volta per tutte i loro limiti fisici, tattici e psicologici. La quarta sconfitta di fila, 14 reti in 4 gare (media di 3,5 a incontro), allontana i giallorossi dalla zona Champions: ora sono a meno 9 dal quarto posto.

Il gruppo è allo sbando e Ranieri si chiama fuori non essendo più in grado di governarlo. Per la sua sostituzione c’è Montella in pole,ma anche Alberto De Rossi, ha buone chance.

I giocatori, del resto, non seguono più Ranieri da un pezzo, storditi dai suoi interventi spesso inspiegabili. Prima della gara, e anche in avvio, la Roma cambia più volte interpreti e conclude il match con la difesa a cinque. Ma non basterà per evitare la nuova figuraccia. Taddei, arrivato sabato a Genova, va a letto con l’influenza e, sfebbrato, parte in panchina: dopo 10 minuti sarà in campo, però, per Perrotta, colpito alla caviglia da Kucka.

Pizarro, invece, sale in tribuna con Doni: per entrambi, fastidi muscolari. Juan fa il riscaldamento e si arrende: febbre anche per lui. Castellini promosso terzino destro, i centrali sono Mexes e Nicolas Burdisso. A parte l’improvvisa emergenza, contando anche i quattro giocatori rimasti a casa, gli squalificati Cassetti, de Rossi e Rosi e l’indisponibile Vucinic, l’assetto prevede un centrocampista in più. Del resto la Roma arriva a Marassi con 50 gol subiti in 34 match stagionali (saranno 54 in 35 gare). Ranieri vuole più equilibrio e lo trova, almeno in partenza, inserendo Greco da regista davanti alla difesa, Simplicio e Perrotta, per una manciata di minuti e dopo Taddei, da intermedi, e Brighi trequartista e anche mediano aggiunto per far legna in fase di non possesso palla.

Davanti Totti, abbastanza ispirato, e Borriello che stecca da finalizzatore ma aiuta i compagni a salire. Nel primo tempo, in un quarto d’ora, la Roma indirizza il match. Al sesto, dopo aver sprecato con Borriello che liscia a porta vuota, è già in vantaggio, approfittando del Genoa che sbaglia approccio alla partita e che in difesa paga la deconcentrazione dei due centrali Dainelli e Kaladze. Corner di Totti e gol di Mexes di testa, lasciato libero davanti alla porta: 1 a 0. Borriello appoggia per Taddei, a sinistra: conclusione del brasiliano respinta da Eduardo. Ancora Borriello che conquista una punizione: Totti pesca Burdisso in area, girata di testa dell’argentino e 2 a 0 al sedicesimo. Il 4-4-2 di Ballardini sembra fragile, anche se le due reti vengono da palle inattive. Borriello per Totti che, con una pennellata, lo manda al tiro di sinistro: girata volante e palla fuori vicino al palo. Julio Sergio respinge di piede su Floro Flores, unico intervento della prima parte, e Totti nel recupero è solo davanti a Eduardo, ma l’assistente Petrella segnala un fuorigioco inesistente. La ripresa si apre con il contropiede di Totti che allarga per Borriello, bravo ad acchittare la palla sul sinistro del capitano: 3 a 0 al settimo. Ma lì la Roma sparisce: in pochi secondi, dopo un’incomprensione tra Mexes e Julio Sergio, Palacio sigla la prima rete rossoblù. I giallorossi vanno subito in tilt. Julio Sergio salva di piede su Floro Flores. E’ l’inizio dell’assedio. Ballardini fiuta il momento.

Dentro Veloso per Milanetto, poi Paloschi per Rossi: è 4-3-3. Tra i due cambi, Ranieri sostituisce Simplicio con Menez e si consegna. A metà tempo, segna proprio Paloschi, presentatosi solo davanti a Julio Sergio. Castellini e Mexes assistono. Dentro Loria per Borriello prima della mezz’ora: la Roma prova a resistere con cinque difensori. Mossa fatale. Un invito ai rivali. Cross di mesto, Palacio di testa inventa la palombella del 3 a 3 alla mezz’ora. Menez fa l’unica azione del match, ma Totti, di sinistro, spreca la palla del nuovo vantaggio: respinge Criscito, con Eduardo battuto. Ballardini fa uscire una punta: dentro Moretti per Floro Flores. Ne bastano due per vincere: segna Paloschi, al quarantunesimo e a porta vuota, su assist di Palacio. Nel recupero, con Rafinha espulso per doppia ammonizione, Loria va a fare il centravanti. La Roma finisce così. Ricomincerà da Montella o da De Rossi, mercoledì a Bologna.