Un milione di metri cubi. Un investimento privato da un miliardo e 600 milioni di euro. L’opera più costosa in programma per gli anni a venire. Sta in queste cifre la radice del conflitto che da 2 anni aleggia attorno alla costruzione dello stadio della Roma a Tor di Valle, scrive Andrea Managò su "Il Fatto Quotidiano" di oggi.
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Roma, così lo stadio divide Cinque Stelle e Berdini
Il progetto di Tor di Valle sta allontanando l'assessore all'Urbanistica dalla Giunta Comunale: la Raggi potrebbe ritirare la sua delega anche prima di Natale
Da una parte c’è l’assessore all’Urbanistica del Campidoglio, Paolo Berdini, che si dice contrario alla realizzazione del progetto nella veste attuale. Sul fronte opposto, il resto della giunta di Virginia Raggi che, insieme ai consiglieri 5Stelle, sono più orientati al dialogo con la società ed il costruttore Luca Parnasi per apportare delle modifiche. Il nodo, in realtà, non è lo stadio in sé, ma la costruzione del restante 80% del master plan, che prevede 3 torri progettate dall’archistar Daniel Libeskind. Per l’assessore “non rientrano nel Piano Regolatore” e quindi non vanno fatte. Mentre nei due incontri organizzati tra Campidoglio, As Roma e la società Eurnova di Parnasi, che dovrebbe realizzare l’impianto sui terreni acquistati a Tor di Valle, si è parlato solo di possibili limature di volumetrie. Qualche piano in meno per i grattacieli in cambio della riduzione di due opere di mobilità (un ponte e il prolungamento della Metro B), pagate sempre dal privato, ma giudicate non necessarie viste le altre infrastrutture di trasporto in programma.
Una mediazione dettata anche dal timore che, se il Comune non approvasse il progetto entro febbraio 2017 in conferenza dei servizi, la Roma avrebbe le carte in regola per intentare una causa milionaria. Stime dell’avvocatura comunale parlano di un obolo che costerebbe circa 400 euro a ogni romano se Palazzo Senatorio perdesse l’eventuale partita. Ma come si è arrivati a questo muro contro muro? Un consigliere capitolino, in forma anonima, racconta: “Se dovevamo dire di no la scelta andava fatta subito, non a due mesi dal termine della conferenza dei servizi”. E invece la direzione imboccata dalla giunta il 16 settembre, con una memoria firmata proprio da Berdini, prescrive di “avviare tutte le attività finalizzate all’approvazione del progetto” del nuovo stadio a Tor di Valle. “Dice di essere contro questo progetto, ma non ha fatto nessun atto per fermarlo, anzi”, sussurra un altro consigliere. Berdini intanto non molla la linea oltranzista. La sua posizione in giunta vacilla, tra smentite e tentativi di apertura ai consiglieri M5S, in attesa che la Raggi decida se ritirargli la delega. Potrebbe avvenire già prima di Natale.
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