rassegna stampa roma

Quella nostalgia del futuro…

(Gazzetta dello Sport) In questi strani giorni, pieni di incertezze, tensioni, paure, ricordare Dino Viola, oltre che invitarci a riflettere sull’importanza di un certo passato, può regalarci uno scatto, una spinta in avanti, darci la forza di...

Redazione

(Gazzetta dello Sport) In questi strani giorni, pieni di incertezze, tensioni, paure, ricordare Dino Viola, oltre che invitarci a riflettere sull’importanza di un certo passato, può regalarci uno scatto, una spinta in avanti, darci la forza di scommettere sui giorni che verranno, facendoci sentire più contemporanei al presente.

È la «nostalgia del futuro» , come la intendeva l’austriaco Robert Musil: riconoscersi nel proprio passato e nel proprio futuro. Avere di nuovo il coraggio di rimettersi in gioco, di inseguire un’Utopia. Restare con i piedi per terra, ben piantati, ma alzare la testa tra le nuvole, non porre alcun limite allo sguardo, perderlo nell’orizzonte. C’è un’immagine di Dino Viola che rappresenta tutto questo: vi è ritratto in piedi, al centro della tribuna Monte Mario, vestito di un doppiopetto blu, mentre aspira da una sigaretta, e ai suoi piedi si spande l’Olimpico intero e seduto, all’ingresso delle squadre. Cos’è stata, la presidenza Viola, se non un quotidiano scatto in avanti, uno sguardo al futuro, un’anticipazione che, pure, ha consentito alla «grande massa dei meravigliosi tifosi romanisti» come amava chiamarli lui, di vivere giorni felici, di lottare, vincere e, conquistato uno scudetto atteso 41 anni, infine «liberarsi della prigionia di un sogno?» .

Vent’anni dopo la scomparsa, oggi che una mostra al rione Monti — «Dino Viola, il presidente dell’orgoglio giallorosso» — ne ricorda parole, espressioni, imprese, di quell’ «adorabile romantico» , oltre alle vittorie, gli inciampi, le battaglie, restano vivi il coraggio, l’Utopia, la perdita d’orizzonti. E tanto gioverebbe farli nostri in questi giorni complicati. Scriveva Antoine da Saint-Exupèry: «Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere la legna e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito» .