(Il Messaggero-A.Angeloni) Otto giorni turbolenti: si comincia domenica a Genova e si finisce la domenica successiva a Cesena. Da un caso, Totti, a un altro caso, Vucinic, protagonista addirittura di un doppio litigio col tecnico. Lui, Ranieri, sempre al centro del dibattito.
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“Roma brava ma nervosa”
(Il Messaggero-A.Angeloni) Otto giorni turbolenti: si comincia domenica a Genova e si finisce la domenica successiva a Cesena. Da un caso, Totti, a un altro caso, Vucinic, protagonista addirittura di un doppio litigio col tecnico. Lui, Ranieri,...
Ieri s’è pure beccato qualche fischio dai tremila giallorossi presenti al Manuzzi. Sono tutti gli insofferenti che vedono in lui il capro espiatorio di una situazione sempre più al limite. Rapporti quantomeno contrastanti con alcuni giocatori, la squadra non esprime un calcio elettrizzante ma prevedibilissimo e compassato: sono questi i capi d’accusa di tanti tifosi. Ma il tecnico si tappa le orecchie e va avanti per la sua strada. Un cammino con la Roma sulle spalle che si interromperà, a meno di miracoli, alla fine del campionato. «Il contratto? Se me lo rinnoveranno resterò qui, altrimenti andrò a fare calcio da un’altra parte. Il Liverpool? Sono un allenatore internazionale e l’interesse di un club così prestigioso fa piacere, ma io adesso penso solo alla Roma».
Ranieri ora si gode la seconda vittoria esterna di questo campionato. E riecco parlare di partita delle svolta. «Ogni volta che vinciamo fuori casa diciamo così. Sappiamo che dobbiamo ancora migliorare il trend esterno. Squadra più serena, ora? Dovremmo fare venti risultati utili consecutivi e vedrete che tutti saliranno sul carro. La Roma nella sua storia non aveva mai vinto a Cesena e i ragazzi hanno condotto una notevole partita. Dobbiamo ancora migliore, però». Ecco spiegare poi perché la Roma gioca male, è successo pure contro un Cesena non certo irresistibile. «Non era facile, questa era la nostra bestia nera. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, si sa che le squadre che si devono salvare non mollano, noi ci abbiamo creduto fino alla fine. Abbiamo fatto bene, tutta la partita è stata buona. Ricordiamo il momento super-positivo del Cesena, è una provinciale che corre e lotta e la Roma si è calata bene nella mentalità. Con la determinazione e la qualità abbiamo battuto una squadra molto competitiva».
Stavolta i cambi sono stati decisivi: Borriello e Adriano entrano (chi più, chi meno) nell’azione del gol. «Io credo che avere giocatori di qualità è importante per un allenatore. Mancava poco alla fine, e bisognava giocarsi tutta questa qualità anche se Vucinic e Menez avevano fatto una grandissima partita. Mi dispiace per lo scatto di Mirko appena uscito, bisogna parlare di questa cosa altrimenti non si va avanti». Dopo la lite di venerdì, lo scatto di nervi di Mirko ieri pomeriggio. Un continuo. «Io penso sempre al bene della squadra e faccio le mie scelte in buona fede, così come è stato a Genova. Magari Mirko era stressato, non è facile uscire per uno abituato a giocare sempre: stava segnando e voleva continuare a segnare. Ma quelle sono sceneggiate che non vorrei vedere. Gli parlerò di nuovo. La Roma non può far a meno di nessuno. Abbiamo grossissimi attaccanti e tutti devono capire che sono utili alla causa. E’ la prima volta che c’è questa abbondanza davanti. Ci possono essere degli scazzi come ci sono in tutte le squadre, ma poi tutto torna a posto. Noi siamo però seri determinati compatti e vogliosi di vincere. La nostra forza è il feeling tra giocatori, allenatore e gruppo». Perché fuori Menez e Vucinic? «E’ una questione di rotazione anche in vista del derby, dove non avrò a disposizione Totti». Filosofia applicata al realismo, quando gli viene chiesto un commento sul gol della Roma, in presunto fuori gioco. «L’hanno detto anche gli arbitri, sul centimetro non si può disquisire. Capisco le lamentele degli avversari, però».
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