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“L’offerta è giusta”. Ok agli americani la Roma vede la luce

(La Stampa) Ora che la sua stagione è arrivata al primo, vero, bivio, i dubbi di Claudio Ranieri si scoprono figli di un’incertezza societaria, fino a ieri mai entrata nelle riflessioni del tecnico testaccino.

Redazione

(La Stampa) Ora che la sua stagione è arrivata al primo, vero, bivio, i dubbi di Claudio Ranieri si scoprono figli di un’incertezza societaria, fino a ieri mai entrata nelle riflessioni del tecnico testaccino.

La Roma lontana tredici punti dalla vetta della classifica in campionato (i giallorossi devono, però, recuperare ancora la tappa di Bologna) aspetta la sfida da dentro o fuori con gli ucraini dello Shakhtar Donetsk di questa sera come una prova dimaturità da superare per non compromettere l’intera stagione. Ci sono i ragazzi di Lucescu fra Totti e i quarti di finale di Champions League, ma c’è, soprattutto, una trattativa da ieri in esclusiva con la cordata Usa guidata da Thomas DiBenedetto a far sognare i tifosi e a lasciare in apnea Ranieri. Quattro sono gli imprenditori che avranno tempo fino al 15 marzo per diventare i proprietari del club di Trigoria (il Cda di Roma 2000 ha dato il via libera alla fase dell’esclusiva). Il capo cordata è Thomas DiBenedetto: «Quanto prima intendiamo avviare il nostro progetto di crescita che mira a valorizzare la società e la squadra e agiremo come custodi di questo grande club». Insieme con lui, Richard D’Amore, Michael A. Ruane e James Pallotta dovrebbero brindare alla fumata bianca acquistando il 60 per cento del 67 per cento delle azioni in vendita per una cifra poco superiore ai 40 milioni di euro (la cordata si è impegnata ad una doppia ricapitalizzazione per un totale di 80 milioni di euro). La Roma è a un passo dalla svolta epocale, il suo tecnico, Ranieri fino a oggi ha sempre cercato di nascondere i tremori: «La squadra è e deve rimanere impermeabile a tutto ciò che non riguarda il campo...», così il tecnico soltanto due settimane fa. Oggi, la retromarcia. «L’allenatore non è stato rinnovato, è normale che tutte queste cose influiscono...», dice il testaccino a poche ore dall’assalto allo Shakhtar. Ranieri, in cerca di un voto di fiducia, l’ha ottenuto, ma, al di là delle uscite ufficiali, i problemi restano. «Tempo fa ho detto ai ragazzi che se ero io il problema, me ne sarei andato. La loro risposta? Mi hanno detto di no. Quando una squadra è guidata da un tecnico a scadenza di contratto - precisa il timoniere giallorosso - è normale sentire certe voci: arriva Guardiola, viene Mourinho, c’è Franceschino, Antonello o Pasqualino. Io non posso andare dietro a tutto questo. Il gruppo è con me, il resto è gossip». Voci, sussurri (come quelli che mettono in pole position l’ex Montella, oggi alla guida degli Allievi della Roma, come possibile traghettatore in caso di rovesci senza fine a cominciare dalla partita con gli ucraini), incertezze. Non ne ha Paolo Fiorentino, ad di Unicredit quando parla del futuro americano del club. «L’offerta della cordata guidata da DiBenedetto ci ha convinto non solo perché finanziariamente più solida, ma anche per gli investimenti e per la valorizzazione della squadra che il progetto prevede. Una valorizzazione - così il banchiere di Piazza Cordusio - che la squadra ed i tifosi romani si aspettano e meritano». Avanti con i quattro imprenditori statunitensi, dunque. Fra i tanti compiti che li aspettano qualora a metà marzo arrivasse l’attesa fumata bianca, c’è il futuro di Daniele De Rossi: il Manchester è pronto ad offrire 40 milioni di euro.