(Il Romanista - C.Zucchelli) Entra nello spogliatoio per ultimo. E viene sommerso dagli applausi e dagli abbracci dei compagni. Vola pure qualche schiaffo in testa. Francesco Totti, 34 anni e 201 gol in serie A, è il re dell’Artemio Franchi.
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“Io per sempre con la Roma: una storia bellissima”
(Il Romanista – C.Zucchelli) Entra nello spogliatoio per ultimo. E viene sommerso dagli applausi e dagli abbracci dei compagni. Vola pure qualche schiaffo in testa. Francesco Totti, 34 anni e 201 gol in serie A, è il re dell’Artemio Franchi.
I romanisti se lo coccolano (e ci mancherebbe altro), i fiorentini gli fanno i complimenti. Gamberini, Boruc, Pasqual. E poi, soprattutto, Mutu, a cui Totti regala la maglia. E il perché lo spiega lo stesso attaccante romeno: «Lo avevo sentito in settimana, gli avevo chiesto la sua maglia in regalo per la fondazione Tommasino Bacciotti (intitolata a un bambino fiorentino morto 11 anni fa per una rara forma di tumore al cervello, ndr).E’ stato un grande a darmela, visto che per lui, comunque, è quella di una data storica ». Non avrebbe potuto utilizzare aggettivo migliore, colui che a Firenze chiamano il Fenomeno. E che, pur tornando al gol nello stadio di casa, deve cedere scettro e onori della cronaca al Capitano della Roma, sempre più uomo leggenda. I numeri sono quelli di una «storia bellissima», per dirla con le sue parole: 201 gol in Serie A, 9 quest’anno, 256 totali con la maglia della Roma. «Sì, sempre la stessa – conferma – visto che quella di indossare sempre questi colori è stata una mia precisa scelta di cui vado fiero e che mi piace ribadire ogni volta». Con le due reti messe a segno ieri (quattro solo nell’ultima settimana), Totti accorcia le distanze da Roberto Baggio nella classifica marcatori di tutti i tempi: «Lo supero – dice col sorriso sulle labbra – già quest’anno…».
Con una forma così non è difficile da credere: «Per un attaccante – spiega – fare gol è la cosa più importante. Trovarmi senza segnare mi condizionava, visto anche che giocavo lontano dalla porta. Adesso sto bene e mi sento bene, voglio continuare così. Inoltre – aggiunge – ci tengo a dire che con Ranieri avevo un bel rapporto. Poi certo, quando le cose vanno male l’allenatore è sempre il primo che ci rimette. Con Montella le cose sono cambiate e adesso stanno arrivando anche i risultati». Che Dio conservi a lungo questo suo stato di forma, quindi: «Mi godo il momento, poi a giugno vedremo quello che succederà con la nuova Roma. Fino a un mese fa mi davano per finito, adesso sono tutti pronti a montare sul carro dei vincitori. Facessero pure, tanto quel carro lo porto sempre io…». I suoi gol possono essere decisivi per la rincorsa a quel quarto posto che vuol dire Champions: «Sì, anche se ero convinto di fare una tripletta – e ride ancora – Comunque, la prospettiva è sempre quella di entrare nelle prime quattro. Abbiamo colto un buon pareggio perché abbiamo saputo reagire anche se siamo andati in svantaggio e quindi è un buon punto». Ottenuto poi contro la squadra di quel Mihajlovic che alla vigilia aveva detto che Fiorentina- Roma per lui era come un derby: «Che spettacolo…», la risposta di Totti in zona mista. No, Francesco. Lo spettacolo sei tu. Perché come si può definire altrimenti un giocatore che ha fatto 201 gol in serie A tutti con la stessa maglia? A ripercorrerli tutti «si passano 10- 12 ore», come ha detto lui stesso nell’annunciare lo speciale che Sky gli ha dedicato. E la memoria corre veloce tra i ricordi di quel ragazzino biondo e magro che segnò per la prima volta al Foggia il 4 settembre 1994, tra l’emozione e le lacrime di mamma Fiorella e papà Enzo in tribuna Monte Mario, stesso posto e stessa passione di oggi. Puntualmente.
Domenica o mercoledì che sia. Allora, quando il giovane e semi sconosciuto Totti, mise per la prima volta ufficialmente il suo nome nel tabellino dei grandi, c’era Israele che firmava la pace con la Giordania dopo 46 anni di guerra, oggi c’è una guerra che va in scena a poche migliaia di chilometri da qui. Allora c’era Baggio che aveva da poco tirato nel cielo di Pasadena il rigore più importante della sua carriera, oggi c’è Totti che arriva a quota 200 sempre dal dischetto. Spiazzando Boruc, che un giorno potrà raccontare ai nipoti di aver raccolto in fondo alla rete un pallone così speciale. Speciale come è Francesco. Altrimenti non avrebbe regalato a Mutu, e idealmente a tutti i bambini del mondo, quella maglietta. Questa maglietta. Bianca, con striature gialle e rosse. I colori della Roma. E di Tommasino. E di Cristian e Chanel, che se lo sono abbracciati forte forte appena tornato a casa. E di tutti i bambini del mondo.
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