(Il Messaggero) Menez rompe con la Roma e si prepara all’addio come l’amico Mexes.
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“Io me ne andrei…”
(Il Messaggero) Menez rompe con la Roma e si prepara all’addio come l’amico Mexes.
Il talentino francese esce allo scoperto in un’intervista all’Equipe che, non volendo, non fa un favore a Jeremy, pubblicizzando lo sfogo proprio nel giorno del flop del giovane attaccante al Franchi, schierato per la seconda volta di fila da titolare e, a differenza del derby, lasciato in campo sino all’ultimo secondo di recupero. Le parole di Menez chiamano in causa Montella, accusato di mancanza di chiarezza, e, indirettamente, anche dirigenti e qualche compagno. L’allenatore, dopo un colloquio con Montali che gli chiede di non calcare la mano, evita lo scontro in pubblico: «Quando ci confrontiamo, mi dice altre cose e quindi io non so niente del suo stato d’animo». Addirittura lo difende dopo la scialba prestazione contro la Fiorentina. «A me è piaciuto, soprattutto per come si è sacrificato nei rientri. Comunque rivedrò con calma la partita.... Conclusione che sa di avvertimento. «Menez dovrebbe prendere esempio da Borriello. Anche lui ha perso il posto da titolare, ma si sta comportando da professionista». L’intervento è di Montali, seccato per il caso di giornata. «L’intervista non era autorizzata» chiarisce il direttore operativo che conferma la multa in arrivo per il francese, come accadde proprio per Borriello che si lamentò, senza avere il permesso, dopo l’eliminazione in Champions e nella settimana del derby. «Parleremo, però, con Jeremy. Perché non conoscevamo il suo malessere». L’intervista all’Equipe, dunque, certifica il pensiero di Menez che vuole andarsene a fine stagione. Magari all’Arsenal di Wenger che fa la collezione, da estimatore di giovani transalpini, di giocatori francesi. La clausola per liberarsi prima della scadenza del contratto, fissata al 30 giugno del 2012, è di 25 milioni: tanti, per il club londinese, e per lo stesso Manchester United, club che piace molto al ribelle giallorosso. Jeremy si confessa per ringraziare Blanc della convocazione in nazionale per la gara di venerdì in Lussemburgo, valida per Euro 2012, e per l’amichevole di martedì 29 marzo a Parigi contro la Croazia. Il cittì della Francia lo premia per l’assist a Benzema nell’amichevole vinta a febbraio contro il Brasile.
«Dopo l’arrivo del nuovo allenatore gioco meno ma il commissario tecnico della nazionale sa di cosa sono capace. Quest’anno ho dimostrato qualcosa e la convocazione per me è una grande boccata di ossigeno» spiega Menez, unico romanista a rimpiangere Ranieri. Con il quale aveva quasi sempre spazio. Con Montella no, è la riserva di Vucinic. E Jeremy non ci sta: «Non lo nascondo, sono sorpreso per la nuova situazione. E non ho gradito, perché ho fatto fatica a comprendere le scelte dell’allenatore, pur accettandole. Resta un mese e mezzo, mi dedicherò a fondo per continuare a lavorare come ho sempre fatto, poi si vedrà». E’ la frase che determina lo strappo con il nuovo tecnico giallorosso e con la Roma. Menez chiarisce ulteriormente: «Non escludo di poter chiudere con questa società a fine stagione. Non sono bloccato da nessuna parte, sono tre anni che sto alla Roma, la gente mi conosce e sa come gioco. Per dirla tutta ho bisogno di sentire fiducia e di sentirmi importante. Se questo dovesse venire meno, non me la sento di escludere nulla. Da quando sono in giallorosso i tifosi sono sempre stati formidabili con me. Ma sono stato deluso da alcune cose e da alcune persone. Eccetto qualcuno, non sono stato aiutato da tutti all’interno del club». Si affida, per essere più chiaro, quasi a una minaccia: «Sono risoluto a far capire che rimpiangeranno questo fatto». «Quando sei in una squadra da tre anni, se succedono certe cose è frustrante. Quest’anno ho occupato varie posizioni: non è stato facile ma mi sono sempre adattato. A Roma anche i tifosi spesso non comprendono perché non gioco» insiste Menez. Che accusa ancora Montella: «Abbiamo avuto l’occasione di parlare solo vagamente. Le sue parole non erano sincere e non corrispondevano alla realtà. Mi ha detto che ci sono cose che non posso fare perché non possiamo giocare con tre punte. All’inizio della stagione ho giocato come trequartista, poi a destra e ho sempre partecipato alla fase difensiva. Avrei preferito maggiore franchezza».
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