(Il Romanista - V. Valeri) - Nella conferenza stampa di lunedì mattina, Luis Enrique si era espresso chiaramente riguardo allo stato dei lavori per la costruzione della squadra: «Qualcosa ancora manca, ci vogliono altri giocatori per ultimare la rosa che voglio», senza però fare nomi.
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“Grido d' allarme? Macchè”
(Il Romanista – V. Valeri) – Nella conferenza stampa di lunedì mattina, Luis Enrique si era espresso chiaramente riguardo allo stato dei lavori per la costruzione della squadra: «Qualcosa ancora manca, ci vogliono altri giocatori per...
Una frase che si è prestata facilmente a molte interpretazioni. Una di queste avrebbe potuto condurre a un vago senso di insoddisfazione. L’ipotesi, però, è da scartare categoricamente, perché finora la campagna acquisti della nuova società, pur tra tante difficoltà burocratiche e logistiche e con diversi giorni di ritardo rispetto alle altre, ha più che accontentato il tecnico asturiano. A confermarlo, calmando le acque e spazzando via ogni malizia dal campo, è stato il destinatario delle richieste del mister, ovvero Walter Sabatini. All’Ansa, il direttore sportivo non si è scomposto e ha commentato così: «Quello di Luis non è un grido d’allarme – ha dichiarato ieri all’ora di pranzo - , perché tra di noi c’è perfetta sintonia. Sappiamo bene cosa va ancora fatto».
In fondo, come potrebbe essere scontento, l’ex allenatore del Barcellona B, dopo che in prima squadra ha potuto accogliere già un portiere di caratura internazionale, due terzini giovani, un centrale carismatico ed esperto e un attaccante con i numeri del campione? Senza contare che la Roma ha ceduto finora solo quegli elementi ritenuti da egli stesso superflui, o che avrebbero turbato l’ambiente con la loro malinconia e poca motivazione. Sabatini, inoltre, ha sorriso sul confronto fatto dallo stesso Luis Enrique con Harry Potter, il mago teen-ager frutto della fantasia della scrittrice Rowling: «E’ un’immagine divertente – continua il ds - , ma non penso proprio che il mister intendesse dire che con questa squadra c’è bisogno di magie e miracoli per farla vincere. Piuttosto si riferiva alla necessità di avere pazienza e tempo per raggiungere gli obiettivi prefissati». Insomma, chiunque si voglia levare la smania di mettere zizzania tra i due, casca male. Malissimo. L’asse Sabatini-Enrique viaggia nella stessa direzione, con intenti comuni e modalità condivise. La rotta è quella giusta: trabajo, sudor...y cigarillos. Quelle, a Sabatini, meglio che non gliele leviate.
Per l’amichevole di ieri sera contro il Vasas, a Budapest, è stato convocato anche Stefano Okaka, assente dal ritiro di Brunico. «Quell’esclusione è stato un errore mio - ha riconosciuto Sabatini -. Il ragazzo è riuscito comunque a farsi notare dall’allenatore, che lo sta scoprendo. Mette grande impegno negli allenamenti, in aggiunta alle qualità tecniche che già conoscevamo». Soddisfatto di queste parole l’agente di Okaka, Giampiero Pocetta: «Tutto questo – ha detto a romanews.eu - fa molto piacere a Okaka. Inoltre, dico che bisogna riconoscere a Sabatini grande onestà intellettuale. Non tutti avrebbero fatto certe dichiarazioni, riconoscendo uno sbaglio. Ora, però, dovrà essere il campo a confermare queste parole, adesso tocca a Stefano. Il ragazzo non ha passato un bel momento, ma si è comunque impegnato. Poi sappiamo tutti quanto sia importante la Roma per lui, quanto ci tenga». Okaka, dunque, mette la Roma al primo posto. Pocetta conferma il legame del calciatore con la società giallorossa: «Abbiamo sempre detto che la Roma è la priorità, che ci saremmo sempre rimessi alle decisioni del club di Trigoria e che se ci fosse stato fatto capire che non c’era più spazio per Stefano ci saremmo guardati attorno. Adesso vediamo cosa succede».
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