rassegna stampa roma

Pizarro e Juan fuori per infortuni misteriosi

(Corriere dello Sport) Adriano in Brasi­le. Pizarro in tribuna. Juan in panchina. Vucinic a casa. Simplicio sostituito. Perrotta infortunato. Sei giocatori (ma potrebbero essere di più) per approfondire il caso Roma.

Redazione

(Corriere dello Sport) Adriano in Brasi­le. Pizarro in tribuna. Juan in panchina. Vucinic a casa. Simplicio sostituito. Perrotta infortunato. Sei giocatori (ma potrebbero essere di più) per approfondire il caso Roma.

Perché se non è un caso questo, allora non lo è nulla, nonostante che gli im­bonitori cittadini negli ultimi mesi non abbiano fatto altro che descriverci l’isola felice di Trigoria. Ma quale isola, l’isola non c’è e non c’è mai stata. MISTERI -Prendiamo il caso di David Pizarro, ultima par­tita riconosciuta, Palermo-Roma, ventotto novembre dello scorso anno. Sabato scorso dopo conciliaboli, consigli, inviti, ordini, il no­medel cileno è tornato a far parte del­la lista dei convocati. «Ho fatto un atto di forza» ha detto Ra­nieri nella conferenza stampa della vigilia, maga­ri convinto di essersi certi­ficato autore­volezza, quando inve­ce in realtà era una con­fessione,la dichiarazione di un fallimento. Del resto De Rossi era squalificato, chi meglio del cileno play-maker davanti alla difesa? Non c’erano certezze che avreb­be fatto parte della formazio­ne iniziale, l’unica era che comunque il nome di Pizarro avrebbe fatto parte della li­sta dei diciotto giocatori da consegnare all’arbitro, anche perché in caso contrario sa­rebbe stato meglio lasciarlo a Roma a curarsi e allenarsi. Invece, tribuna.«Il giocato­re stamattina(ieri mattina ndi)si è svegliato e ci ha det­to che avvertiva un fastidio nella parte posteriore di una coscia»c’è stato spiegato co­me causa della sorprendente esclusione da tutto del cen­trocampista sudamericano. Quindi, ennesimo rinvio, per il suo rientro in campo. Lo di­ciamo con franchezza: que­sta è una storia che non ci convince per niente e in cui tutti sono colpevoli. E se mercoledì, a Bologna, doves­simo vedere il cileno in cam­po, allora le colpe, di tutti, sa­rebbero ancora peggiori. IL CAMBIO -Passiamo a Fabio Simplicio. Che, se dipendes­se da lui, giocherebbe tutte le partite. E per novanta mi­nuti. Ieri il brasiliano era tor­nato titolare. Non stava gio­cando la sua migliore partita però dopo la sostituzione ob­bligata di Perrotta (forte di­storsione alla caviglia destra, oggi si sottoporrà a una riso­nanza magnetica) con Tad­dei, in panchina non ci sono più centrocampisti, a parte il giovane esterno Pettinari. La Roma ha appena incassato il primo gol, l’inerzia della ga­ra sembra cambiata, il generale Ra­nieri va al­l’attacco: fuo­ri Simplicio, dentro Me­nez. Magari, si dirà, il bra­siliano ha chiesto il cambio. Glie­lo abbiamo domandato, la risposta è stata con una faccia che certificava un certo di­saccordo. LA FEBBRE -E poi Juan che non è andato in campo per­ché aveva qualche linea di febbre (eppure ha svolto il ri­scaldamento in campo), Vu­cinic che si è fermato a casa per un problema al ginoc­chio, Adriano che sta a Rio con il tutore, amiche e vai con il samba. Ma si potreb­bero aggiungere anche i no­mi di Mexes, Totti, De Rossi, Nicolas Burdisso, Lobont, Doni e ci fermiamo qui. Che nello spogliatoio ci fossero problemi tra tecnico e gioca­tori, lo sapevano anche le pe­core che passano davanti a Trigoria. Solo i complici col­pevoli hanno fatto finta di niente, raccontando favolette su commissione. Il risultato è stato questo: Roma sparita.