(Il Romanista) «Nella Roma c’è stata una sorta di evoluzione. Sono cambiati la proprietà, i dirigenti, l’allenatore. Ma non c’è stato un cambio radicale tra i giocatori e questa è una cosa positiva».
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Perrotta: «Luis assomiglia a Spalletti Il suo modello di gioco è produttivo»
(Il Romanista) «Nella Roma c’è stata una sorta di evoluzione. Sono cambiati la proprietà, i dirigenti, l’allenatore. Ma non c’è stato un cambio radicale tra i giocatori e questa è una cosa positiva».
È una cosa positiva, assolutamente. SuperSimo Perrotta ha ragione. Non c’è stata una rivoluzione, perché la Roma - Sabatini è stato di parola - non andava rivoluzionata. Ma integrata. «L’intelaiatura è ottima», ripetono a Trigoria e adesso a Riscone, «perché stravolgerla?». E infatti Perrotta è rimasto. Sta per iniziare la sua settima stagione con la maglia della Roma.
Sono andati via tecnici, dirigenti, ha detto addio anche la famiglia Sensi. Lui no. Lui è rimasto. Roma Channel- a proposito, evviva: il canale ha ripreso le trasmissioni! - lo intervista durante un momento morto della giornata. Uno dei pochi momenti morti di un ritiro dove la parola d’ordine è una sola: lavoro. SuperSimo si sfila il mantello, inforca gli occhiali di Clark Kent e traccia un identikit di Luis Enrique: «È un personaggio molto positivo e ha un modo di allenare e giocare diverso. È il modello spagnolo con molto possesso palla che può sembrare noioso ma può essere molto produttivo. Poi a livello umano è una bravissima persona ed un grande comunicatore. Assomiglia a Spalletti per l’approccio alla squadra e ad ogni giocatore. Non è facile arrivare e ricordare i nomi di tutti i giocatori anche di quelli della Primavera. È un segno di grande umiltà». Perrotta crede sia in Luis Enrique, sia nel progetto Roma. «Sono arrivati giocatori giovani ma con una certa esperienza, Bojan ha fatto bene nel Barcellona, Lamela in Argentina, Josè Angel nel Gijon. Sono giovani ma con esperienza. All’estero sono più abituati a far giocare i giovani rispetto al nostro campionato». Secondo Perrotta-Kent, con l’arrivo di Heinze anche il reparto arretrato è a posto. «In difesa - dice - abbiamo tre centrali molto forti, è venuto Heinze ad arricchire un reparto già molto forte». Un’ultima considerazione. Per Simone, a questa squadra non è mai venuta meno la fame di vincere. «La voglia c’è sempre stata e sempre ci sarà. Non deve mai mancare»
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