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Ma chi l'ha detto che è Roma baby?

(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) «Per l’età media che ha la squadra è quasi normale pagare dazio sulle piccole cose da migliorare» . Così Franco Baldini al termine di Roma-Milan.

Redazione

(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) «Per l’età media che ha la squadra è quasi normale pagare dazio sulle piccole cose da migliorare» . Così Franco Baldini al termine di Roma-Milan.

Quasi ventotto anni di età media (27,8) per i giocatori utilizzati finora in campionato (24) e Roma settima nella classifica parziale delle squadre più “vecchie”. Così il dato dell’attuale serie A. Quindi Roma giovane fino a un certo punto. Vero, la sfida persa con il Milan i giallorossi l’hanno terminata con in campo contemporaneamente Josè Angel, Pjanic, Lamela e Bojan; ma è anche vero che gli altri erano tutti giocatori di buona esperienza.

 

GIOVANI - Che poi sui giovani va fatta una distinzione. Pjanic, ad esempio. Ventun’anni, arrivato alla Roma dopo tre stagioni di Lione. Il bosniaco ha sulle spalle già 25 partite di Champions condite da 6 gol, di cui uno al Bernabeu con il Real Madrid. Senza contare gli impegni con la sua nazionale. Di Bojan si potrebbe anche non parlare, basterebbe pensare che arriva dal Barcellona: per lui ci limitiamo ai numeri della Spagna dei grandi, tra Liga e Coppa del Re, 130 presenze e 35 gol. E allora si capisce che l’età conta fino a un certo punto, perché tanti giocatori esperti dell’attuale Roma non hanno un curriculum del genere. Va anche detto che l’età sale se si pensa che i nomi di chi ha giocato soltanto una o due volte sono Juan, Simplicio, Taddei, Cicinho e Greco.

DATI - Il piano della Roma è ben chiaro. Creare una base di squadra con un’età media bassa nel giro di questa stagione; pensando in ottica futura anche ai vari Primavera pronti al salto e ai tanti prestiti in giro per l’Italia che rappresentano dei prospetti molto interessanti. Poi, già dalla prossima stagione, quando squadre più “vecchie” come Milan, Lazio, Inter e Juventus (in ordine di età-media tra i giocatori utilizzati in questo campionato) dovranno intervenire pesantemente, il club giallorosso potrà apportare solo qualche innesto mirato e continuare sul disegno impostato. Il problema, e siamo sempre lì, è il tempo che ci vuole e il grado di sopportazione dell’ambiente. Il progetto della nuova dirigenza, alle prese anche con una situazione economica difficile, è triennale: entro il 2014 la Roma dovrà essere in grado di competere ai massimi livelli, sia nazionali che internazionali.

IDEA- Di giovane, al di là dei dati anagrafici, c’è senza dubbio l’idea, parola usata molto in questo periodo a Trigoria. Perché va detto che mai e poi mai in Italia si era vista una squadra presentarsi davanti al Milan (per dire una grande) con dei ragazzotti di belle speranze. E fa parte dell’idea che la Roma sta inseguendo: un calcio che sia anche scuola di mentalità, un unico indirizzo tattico, continuità di proposta di gioco. Voglia di attaccare sempre, anche quando il risultato potrebbe permettere altre mosse. Sempre Baldini: «Non possiamo insegnare una cosa per 85 minuti e negli ultimi 5 fare il catenaccio» . Si parla ad esempio, del ko sul campo del Genoa. Il gol vittoria dei rossoblù è stato un incidente di percorso, ma la Roma sull’1-1 ha chiuso con Borini terzino, attaccando a testa bassa per provare a prendere i tre punti. Prestazione o risultato: è il dilemma su cui si interrogano in tanti. La perfezione sarebbe riuscire a unire le due cose. La Roma ci sta provando.