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Luis Enrique: “Il gruppo è con me. Totti non era pronto”

(Corriere della Sera – G.Piacentini) «Dopo una sconfitta come questa sarebbe facile parlare male dei miei calciatori, ma a me non piace farlo. Sono io il responsabile quando le cose vanno male, non devo rimproverare i giocatori».

Redazione

(Corriere della Sera - G.Piacentini) «Dopo una sconfitta come questa sarebbe facile parlare male dei miei calciatori, ma a me non piace farlo. Sono io il responsabile quando le cose vanno male, non devo rimproverare i giocatori».

Luis Enrique è un«hombre vertical»(la definizione è di Franco Baldini), un uomo tutto d'un pezzo, e al termine della disfatta romanista aFirenze si prende le sue responsabilità. Che sono tante quante quelle dei suoi calciatori. «La squadra ha fatto tutto il possibile, non ho nessuna critica da fare ai miei giocatori. Mi sento male come qualsiasi calciatore della Roma o qualsiasi allenatore che si trovi in questa situazione. Alla fine il risultato è un disastro per noi ma la nostra partita è stata condizionata dal primo gol della Fiorentina. Fino a quel momento e anche dopo abbiamo fatto bene, abbiamo cercato di fare gol e rimanere in partita. Preso il secondo, è diventato quasi impossibile rientrare in corsa».

Ha fatto molto discutere la scelta di tenere in panchina per novanta minuti Francesco Totti. «Francesco non è al cento per cento, arriva da un infortunio. Ho deciso che non era pronto per giocare dall'inizio. Ho parlato con lui nell'intervallo e ho pensato che non era giusto farlo entrare nel secondo tempo con la squadra sotto di due gol e con un uomo in meno, ma resto convinto che lui può darci una grande mano». Una scelta che è stata criticata dai tifosi presenti a Firenze, che per la prima volta hanno intonato cori contro di lui. «Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Di Francesco posso solo parlare bene, sia come uomo che come calciatore: è il migliore calciatore della storia della società ed è normale che i tifosi facciano cori per lui. Mi piace questo rapporto tra tifosi e calciatori ma io continuo per la mia strada, faccio il mio lavoro. Spero di farlo al meglio ottenendo i migliori risultati. Mi spiace se i tifosi sono delusi perché noi lavoriamo per loro». La società gli ha ribadito la fiducia e Lucho è ancora convinto di avere la squadra dalla sua parte. «Se sentirò che i calciatori non mi seguono me ne andrò, ma ora non è quel che vedo. Non sono qui per rimanere seduto, non mi piace lavorare per i soldi, sono qui per la fiducia della società».

Fiducia ribadita a fine partita da Franco Baldini. «Si va avanti con Luis Enrique, non ci sono dubbi - le parole del direttore generale - Quello che abbiamo visto in campo nelle ultime domeniche non lascia dubbi sulla bontà del lavoro che portiamo avanti. È chiaro che i risultati fanno male, ma dobbiamo avere la freddezza per analizzare quanto fatto dal punto di vista del gioco senza pensare ai risultati. Basta però con i paragoni col Barcellona, non è l'unica squadra al mondo che fa possesso palla. I cori dei tifosi? La gente si aspetta i risultati, però se dopo 15 minuti subiamo rigore ed espulsione non è facile. Il loro malumore è comunque una cosa di cui tener conto».