rassegna stampa roma

«Romanista, ma professionista»

(Corriere dello Sport-P.Vannini) Liverani, dalla promessa di rinno­vo all’esclusione da titolare, dalla rescissione già decisa al rientro col Cesena. Come definirebbe la sua vicenda?

Redazione

(Corriere dello Sport-P.Vannini) Liverani, dalla promessa di rinno­vo all’esclusione da titolare, dalla rescissione già decisa al rientro col Cesena. Come definirebbe la sua vicenda?

«Non chiara. Si potevano evitare tanti problemi con una maggiore chiarezza già a luglio. Avrem­mo avuti tutti più tranquillità. Ma tante volte nel calcio il facile di­ventadifficileeviceversa». Sembrava non più utile al Paler­mo, domenica è uscito fra applau­si scroscianti. «Mi ha mosso una forte volontà di far bene e lasciare bei ricordi. Come mi è sempre successo in tutte le piazze dove ho giocato. Mi sarebbe di­spiaciuto andare via così, in silenzio. Con me e Pinilla in campo (sostituiti per stanchezza) avremmo vinto? Prima sembrava che non potes­si giocare più a calcio, alla fine che ero indispen­sabile... Ma nessun giocatore decide da solo. Avremmo potuto far rifiatare la squadra in qual­cheazione,tuttoqui». Che progetto è quello del Palermo? «Per due anni un progetto ben costruito, basti pensare che l’anno scorso ci siamo giocati il 4° po­sto. In questa stagione miravamo a far meglio; se­condo me, la squadra andava rinforzata non tan­to in qualità quanto in conoscenza del campiona­to. La società aveva idee diverse: la scelta sui gio­vani ti dà enormi potenzialità ma nel breve perio­do paghi qualcosa. Un esempio, io avrei tenuto Berto­lo (prestato al Sara­gozza, ndc.) che do­po un anno di Italia sarebbe stato uti­lissimo ». E la storia della sua rescissione? «Non abbiamo trovato un accordo soddisfa­cente con la società; inoltre io non ero tanto convinto dell’esperienza americana (al Bo­ston, ndc.) e non mi piacciono le cose fatte di fretta. E poi volevo chiudere bene soprattutto con lo spogliatoio. Non sono stato trattato be­ne, ma siccome non si finisce mai d’imparare,è un episodio che mi aiuterà nel futuro». Domani a Roma, contro una squadra di cui Li­verani è dichiaratamente tifoso. «E’ la squadra del mio cuore, ma ci gioco con­tro ormai da 10 anni. Ho imparato a distinguere la passione dalla professione. Di Benedetto? Por­terà entusiasmo, mi auguro che tenga la Roma al livello altissimo dove l’hanno por­tata i Sensi e magari faccia qualco­sa in più in Champions». Il presidente ha avuto parole splendide per Totti. Classe ‘76 co­me lei...«Le sottoscrivo. Prima parlava­mo di esperienza, ecco non esiste nessuno decisivo come Totti quan­do la squadra ne ha bisogno. Non ha uguali per ca­risma e capacità di trascinare. La Roma avrà più motivazioni? No, il nostro spogliatoio deve dare ri­sposte importanti. Sarebbe uno sbaglio pensare alla Coppa di mercoledì. Se mi aspetto di giocare? Ormai non mi aspetto più nulla. Sono a disposizio­ne».